L’ennesimo colpo di scena nel caso di Liliana Resinovich si è consumato con la clamorosa rivelazione di un tecnico di obitorio, addetto alla preparazione della salma nel corso della prima autopsia condotta nel 2022, a 3 anni dalla morte della 63enne: “Potrei essere stato io a rompere quella vertebra“. Il riferimento è alla lesione a carico della T2 rilevata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo in sede di secondo esame autoptico, ma perché l’uomo si sarebbe fatto avanti soltanto adesso?
Si sarebbe presentato spontaneamente davanti a chi indaga (attualmente il fascicolo per omicidio vede un iscritto, il marito della donna, Sebastiano Visintin) attribuendosi quindi la potenziale responsabilità di quella rottura vertebrale che per l’attuale inchiesta rappresenterebbe una delle evidenze chiave di un possibile omicidio. Ed è nuovamente battaglia tra consulenze delle parti: secondo la relazione prodotta da Cattaneo, Liliana Resinovich sarebbe stata picchiata e uccisa (stessa linea portata avanti, fin dal ritrovamento del corpo, dai consulenti del fratello Sergio Resinovich), mentre il medico legale che assiste il vedovo non esclude del tutto lo scenario di un suicidio.
Liliana Resinovich, il giallo della frattura alla vertebra torna a Chi l’ha visto?
Il mistero della frattura rilevata da Cristina Cattaneo a carico della vertebra T2 nel cadavere di Liliana Resinovich, durante la seconda autopsia disposta nell’ambito della nuova inchiesta che vede attualmente indagato il vedovo Sebastiano Visintin, torna centrale nella trasmissione Chi l’ha visto? poche ore dopo la clamorosa rivelazione del tecnico di obitorio agli inquirenti.
C’è da chiedersi come mai parli soltanto adesso, essendo emersa già da diverso tempo questa lesione, e quale sia la manovra sul corpo di Liliana Resinovich che potrebbe averla provocata durante le indagini sulla salma. Domande che probabilmente gli saranno state poste dagli investigatori e che sarà interessante risolvere per capire se davvero quella frattura, tanto discussa e oggi centrale nella nuova ricostruzione della Procura, c’entra con il decesso o se sia dovuta a un evento accidentale causato dagli “addetti ai lavori” dopo il ritrovamento del cadavere nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste.