Al momento del ritrovamento, il 5 gennaio 2022, Liliana Resinovich presentava “i bulbi oculari ghiacciati“ al punto da rendere impossibile un prelievo del liquido in sede medico legale. È soltanto uno dei particolari emersi sul corpo della 63enne, scomparsa dalla sua casa di Trieste il 14 dicembre precedente e trovata morta nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico San Giovanni, descritti in tv dal fratello Sergio Resinovich che continua a non credere all’ipotesi suicidaria.
Secondo la sua famiglia, Liliana Resinovich potrebbe essere deceduta il giorno della sparizione, verosimilmente uccisa dopo essere stata picchiata, e poi potrebbe essere stata tenuta nascosta in un luogo freddo per essere infine deposta sulla scena del rinvenimento – a simulare un gesto estremo – a ridosso della stessa scoperta del cadavere. La nuova autopsia, affidata all’anatomopatologa Cristina Cattaneo e a un pool di medici legali incaricati dal Tribunale, potrebbe riscrivere la storia di quello che, secondo la Procura che chiese l’archiviazione della prima indagine, sarebbe stato un suicidio. Strane lesioni sconfesserebbero quest’ultimo scenario per deporre a favore di una ricostruzione diametralmente opposta: omicidio di Lialiana Resinovich. A queste, si sommerebbe proprio l’evidenza di un congelamento degli occhi tale da impedirne l’ispezione.
Liliana Resinovich “pestata forte” prima di morire: la tesi di Claudio Sterpin e dei familiari
Claudio Sterpin, sedicente amante di Liliana Resinovich, come i parenti della donna, non ha mai creduto che possa essersi tolta la vita. Dal 2022 insiste sul fatto che potrebbe essere stata assassinata e che, prima di morire, “è stata pestata forte“. Varie ecchimosi e diverse lesioni potenzialmente riconducibili all’azione di terzi e localizzate su volto, colonna vertebrale e mani farebbero ipotizzare una morte violenta e persino una colluttazione a ridosso del decesso, ma saranno gli accertamenti medico legali condotti nel corso della seconda autopsia a stabilire se questa ricostruzione sia la più aderente alla realtà se non quella definitiva.
Stando ad alcune indiscrezioni sugli esiti preliminari della nuova serie di accertamenti sul cadavere di Liliana Resinovich, eseguita su disposizione del gip di Trieste dopo il rigetto dell’istanza di archiviazione, sarebbero emerse lesioni non evidenziate in sede di primo esame autoptico dai consulenti Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli. Tra queste, una frattura a carico della seconda vertebra toracica. Mancano pochi giorni perché si conosca qual è la lettura del quadro di lesività secondo la consulenza Cattaneo: a fine mese, infatti, dovrebbe essere finalmente depositata e, con essa, potrebbe arrivare una svolta.