Il marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin, è stato ospite anche ieri sera del programma di Rete Quattro, Quarto Grado, per tornare sul giallo della donna trovata nel boschetto di Trieste. In studio viene mostrato un percorso alternativo presente proprio nel bosco in questione: “Assolutamente non lo conoscevo”, racconta Sebastiano che poi ammette di non aver visto mai un braccialetto scovato da Quarto Grado sempre nello stesso bosco, a pochi metri dal corpo di Liliana Resinovich: “Non lo riconosco – aggiunge Sebastiano – lei portava roba buona, questo mi sembra bigiotteria. Indossato da qualcuno questo braccialetto? Assolutamente no. Io guardo magari come uno è vestito, come esprime certe cose, come si cura, e io faccio per quello le foto”.
Nelle foto si vede Liliana Resinovich con un bracciale: “Ma sembra più compatto – dice Sebastiano – non so dove si trova ora perchè l’hanno preso i parenti. Mi dispiace? No, è giusto che certe cose vadano alle persone più vicine, fratello, cugina, figlia, nipote, è giusto che vada a loro”, con Gianluigi Nuzzi che commenta. “Un ramoscello di olivo che ogni tanto mostri verso di loro”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO E LE SCRITTE IN CASA
Quarto Grado si è quindi interrogato sulle frasi che si trovano nell’abitazione di Liliana Resinovich e Sebastiano, dei promemoria per ricordarsi di compiere azioni banali come ad esempio uscire di casa con le chiavi: “Dimostra quanto fossi nel panico io uscivo senza chiavi, era un casino”, ammette lo stesso uomo, che iniziato ad usare la porta come una lavagna subito dopo il decesso di Liliana Resinovich: “Ero disperato, terrorizzato, non mi ricordavo più niente”.
Il talk di Rete Quattro si domanda quindi se i famosi “non ricordo” ma anche le incongruenze nei suoi racconti, siano solamente una conseguenza di questa memoria deteriorata, scioccata dopo la morte della moglie. “Sia del primo mese che del secondo ho dei flash – aggiunge – a volte mi vengono, a volte no, non so spiegarti. Io mi ricordo che era disperato, ero veramente sotto choc, e quando vedo certe interviste vecchie mi domando come abbia fatto a dire certe cose”. Nuzzi ha quindi chiesto al suo ospite se magari si sia un po’ approfittato di questa questione della memoria: “Bisogna capire cosa significhi perdere la moglie, vederla la mattina e poi non vederla più. Io nelle settimane successive ero nel marasma più totale, quelle scritte risalgono ai primi mesi successivi la morte, io ero terrorizzato”, replica lui.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO: “MAI SAPUTO DELLA RELAZIONE CON CLAUDIO”
In studio c’è chi dubita comunque su Sebastiano, c’è chi dice che starebbe recitando una parte: “Io ero terrorizzato di dimenticare le chiavi a casa – sottolinea Sebastiano – ma io sono rimasto solo, ero da solo”. E ancora: “Lei era precisa, ognuno di noi era il riferimento per l’altro. Io mi sono trovato da solo, più delle volte mi sono domandato se avessi le mie chiavi. Ho avuto l’idea di dare una copia delle mie chiavi ai legali, ho detto loro che se dovesse succedere qualcosa…”. Nuzzi si rivolge al pubblico: “Pensate che quest’uomo si è ritrovato da solo in quella casa, tutte le sere e tutte le mattine, e mi rivolgo a tutti voi che avete avuto dei lutti, pensate cosa vuol dire perdere la moglie…”.
La chiacchierata è quindi virata sul ruolo di Claudio Sterpin: “Io non sapevo della relazione clandestina fra di loro e non lo sapeva nessuno. Voi credete a quello che dice questo signore?”. Claudio Sterpin accusa Sebastiano che il corpo di Liliana Resinovich doveva essere ritrovato perchè così Sebastiano potesse percepire la pensione di reversibilità: “Non dico quanto prendo, io devo pagare l’affitto, vivo con questa pensione, per fortuna mi aiuto un po’ con i coltelli. E’ una lauta pensione? 3 o 5mila euro è lauta, io prendo molto ma molto di meno”, conclude lui.