L’inchiesta sull’omicidio di Liliana Resinovich procede a passo spedito, unico indagato (iscritto solo di recente) il marito Sebastiano Visintin. Pochi giorni fa, la trasmissione Chi l’ha visto? ha scoperto la presenza di alcuni coltelli nella macchina della donna parcheggiata da anni davanti alla sua casa di Trieste, lame che sembrerebbero essere sfuggite alla perquisizione dell’8 aprile scorso in cui la polizia ne avrebbe sequestrato al vedovo circa 700 oltre ad altri vari reperti di potenziale interesse investigativo.
Il fratello della donna, Sergio Resinovich, ha raccontato che l’ex cognato avrebbe voluto rottomare quella macchina: “Mi sono opposto così come ho fatto per la cremazione del corpo di mia sorella”, ha precisato al programma di Federica Sciarelli.
Liliana Resinovich: i reperti sequestrati durante la recente perquisizione a casa di Sebastiano Visintin
Nel corso della recente perquisizione della Squadra mobile a casa di Sebastiano Visintin, sono stati sequestrati diversi oggetti e indumenti che potrebbero restituire preziose risposte all’inchiesta sulla posizione del vedovo, attualmente indagato per l’ipotesi di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela con la vittima Liliana Resinovich.
Secondo gli inquirenti, sull’onda della nuova consulenza medico-legale che ha smontato la tesi del suicidio, Liliana Resinovich è stata uccisa e ora si cerca di capire se suo marito possa aver avuto un ruolo nel delitto. Dall’appartamento della coppia, gli investigatori avrebbero prelevato 700 coltelli ma non solo: i reperti sottoposti a sequestro, e prossimamente ad accertamenti tecnici, comprendono un paio di guanti, maglioni e giubbotto identici a quanto indossato dall’uomo la mattina della scomparsa di sua moglie (il 14 dicembre 2021), e un braccialetto di gomma tagliato.