Proseguono serrate – e sembrano essere anche vicine a una possibile svolta – le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, che vedono come unico indagato il marito Sebastiano Visintin, al centro dell’attenzione della procura di Trieste che sta cercando elementi utili a sovvertire l’originaria ipotesi suicidaria, fortemente contestata dalla famiglia della vittima e che portò a una prima richiesta di archiviazione, lasciando aperti troppi dubbi: l’ultimissima novità sul caso di Liliana Resinovich sembra essere legata alla formalizzazione del fascicolo a carico del marito, con i PM che valutano se condurre un incidente probatorio sull’amante della vittima – Claudio Sterpin – e lo stesso Visintin che sarebbe irreperibile da qualche giorno.
Partendo dalle carte ufficiali sulla morte di Liliana Resinovich, il quotidiano Il Piccolo ha anticipato pochi giorni fa che la tesi più accreditata sarebbe quella di un’aggressione “con soffocamento” della donna da parte del marito: tutto – secondo la procura – sarebbe capitato il 14 dicembre, quando la donna sparì nel nulla, proprio in quel “parco dell’ex ospedale psichiatrico” nel quale è stato poi effettivamente trovato il cadavere il successivo 5 gennaio; mentre, sulle modalità, si parla di “afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi“, culminati con la “soffocazione esterna diretta [al] volto della vittima”.
Le novità sul caso di Liliana Resinovich: sequestrati altri coltelli al marito Sebastiano, irreperibile da qualche giorno
Tesi piuttosto chiara e che sembra fondarsi in larga parte su elementi che, per ora, ci sono del tutto ignoti, e che spiegherebbero – almeno, si spera – i tanti dubbi rimasti aperti sulla morte di Liliana Resinovich: in primo luogo, questa versione, infatti, non sembra compatibile con gli spostamenti dello stesso Sebastiano, che quella mattina – secondo i tabulati del suo telefono – si trovava in un posto differente dal boschetto nell’ora della presunta aggressione; mentre resta anche il dubbio su come sia stato possibile conservare perfettamente il corpo di Liliana Resinovich in un’area che tutti descrivono come fortemente popolata da cinghiali, che ne avrebbero – quasi certamente – banchettato.
In tutto questo, non mancano altre due novità: perché, se da un lato sembra che siano stati sequestrati altri tre coltelli – consegnati da un uomo che li avrebbe ricevuti un paio di mesi dopo l’omicidio –appartenenti al marito di Liliana Resinovich; dall’altro, la procura sembra sempre più interessata alla figura del presunto amante Claudio Sterpin, che potrebbe finire al centro di una richiesta (non ancora formalizzata) di incidente probatorio: ipotesi alla quale si sono opposti i legali di Sebastiano, spiegando che “non [è un] teste chiave sul contesto omicidiario“, poco utile a capire cosa sarebbe effettivamente successo alla vittima.