Interessante approfondimento stamane a Mattino 5 News sul caso di Liliana Resinovich. In collegamento vi era Claudio Sterpin, che è tornato sul “presunto suicidio” della donna di Trieste: “Una persona mediamente intelligente – dice in tv su Canale 5 – si fa il resoconto di come Liliana si poteva suicidare. Ci sono solo in 4 in Italia a crederci. Per suicidarci uno non va prima a pestarsi in tutte le maniere, lei era piena di ecchimosi e quelli sono pugni e schiaffi. Quindi come si è suicidata? Mettendosi qualcosa sulla bocca e poi dopo morta ha messo tutto in ordine e ha sistemato.
“Ma dove sta l’intelligenza? – si domanda ancora l’ex maratoneta – quando uno si suicida non pensa al dopo, invece in questo caso Liliana è stata posata là da un qualcuno che ha pensato al dopo”. E ancora: “Il famoso cordino che è stato trovato lì e che doveva scimmiottare il suo essersi legata i sacchetti. Ma i sacchetti erano allentati, il cordino era posato sul petto, allentato, come può suicidarsi così, bisogna non respirare più per essere morto. Ma ci vuole così tanto? Io rispetto le idee di tutti comunque”.
LILIANA RESINOVICH, CLAUDIO STERPIN: “LILLY TENUTA AL FRESCO”
Secondo Claudio Sterpin vi sarebbero almeno tre persone coinvolte nell’omicidio di Liliana Resinovich, visto che l’amico speciale della vittima indica l’omicida più “Almeno due complici per l’assassinio, anche per portarla la.
Lei deve essere stata trasportata via, non è potuta stare lì per 20 giorni. E’ stata conservata da qualche parte a temperatura costante, relativamente fredda, due o tre gradi, non di meno se no congelava, non di più se no putrefaceva, era in perfetto stato dopo 20 giorni”, una teoria che lo stesso Sterpin ripete ormai da anni, convinto che il cadavere della povera Liliana Resinovich sia stato tenuto forse in un frigorifero.
Mattino Cinque News ha intervistato brevemente anche Sergio, fratello di Liliana Resinovich, che punta nuovamente il dito contro Sebastiano, marito della donna, sottolineando il movente economico: “Il movente dell’omicidio di Liliana Resinovich? Un po’ passionale. Sebastiano sta cavalcando questo cavallo per dare la colpa a Sterpin ma prima di tutto il movente è economico perchè a me tre giorni dopo che mia sorella era scomparsa, Sebastiano mi chiamò dicendomi che senza Lilly lui non riusciva a vivere.
Mi ha detto ‘ho 560 euro di pensione al mese’. E gli ho detto: ‘ma cosa pensi al denaro, vediamo di cercarla’. Secondo me lui sapeva che mia sorella era già morta e non sarebbe più tornata a casa”. E ancora: “Lui sapeva di sicuro di questa relazione fra Liliana Resinovich e Claudio Sterpin, lui continua a negare perchè è un movente, se avesse ammesso si ripercuoteva su di lui”.
LILIANA RESINOVICH, SEBASTIANO VISINTIN E I 20.000 EURO
E a proposito dei soldi, Mattino Cinque News ha mandato in onda le dichiarazioni di Silvia Radin, cugina di Liliana Resinovich, altra storica accusatrice di Sebastiano: “Il 17 dicembre Sebastiano è andato a casa di Laura (amica ndr) il pomeriggio, ha portato questi soldi e gli ha detto di no, che non li avrebbe tenuti a casa e lui li ha riportati a casa, ma lui continua a negarlo in tv”.
E proprio Laura, l’amica di Liliana Resinovich ha ammesso: “Ha consegnato gli hard disk a mio marito e quel giorno gli ha chiesto di tenerglieli e poi gli aveva detto che voleva portargli anche 20.000 euro al che io lo guardo e gli dico no, soldi da me non ne porti, dalli chi vuoi ma a me non li porti”.
Per Claudio Sebastiano voleva far sparire quei soldi perché “Se saltavano fuori migliaia di euro durante un sopralluogo per un pensionato da 500 euro al mese…”. Ricordiamo che Sebastiano ha più volte specificato che il lavoro di affilatore di coltelli è di fatto in nero, e che lui ufficialmente percepisce solo la pensione.
In ogni caso per la giornalista de La Stampa, Grazia Longo, “Sebastiano Visintin è vittima di se stesso, è noto anche nelle varie contraddizioni emerse nelle varie trasmissioni tv, è un po’ bugiardo e smemorato ma non credo che sia lui l’assassino e che abbia ucciso lui la moglie”.
Mentre Riccardo Signoretti aggiunge: “Credo che in questo momento sia piuttosto incauto allontanarsi dalla città dove vive (sarebbe in Austria Sebastiano ndr), andare oltre al confine. Ieri ho parlato con dei colleghi di Trieste e sembra che la procura non gradisca tanto questi spostamenti, lui continua a fare la sua vita ma credo che questo non è il momento di sentirsi così libero”.