Lina Wertmüller/ "La morte è molto scomoda, ma non ne faccio un dramma"
Omaggiata con l'Oscar alla carriera, Lina Wertmüller si racconta a tutto tondo: dalla morte alla scomparsa del compagno di una vita, Enrico Job.
Lina Wertmüller (lapresse)
LINA WERTMULLER: “MORIRE E’ MOLTO SCOMODO”
«E’ crudele morire? E molto scomodo. Che devo fa’? Si può fare qualcosa? Non ci si può fare niente», risponde Lina Wertmüller senza troppi giri di parole, commentando così se crede che ci sia qualcosa dopo: «Non me ne frega niente di chiedermelo. Credo sia anche difficile ipotizzare quello che c’è dopo. L’esistenza di un qualche Dio? Questo è anche peggio… Non mi faccia domande che non hanno risposte», le sue parole ai microfoni di Giancarlo Dotto. La regista di Pasqualino Settebellezze – che le ha regalato il record di prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista – ha poi ricordato Enrico Job, scenografo di quasi tutti i suoi film e, soprattutto, compagno di una vita: un’assenza che sa di presenza, sottolinea la regista, che «non accenna a diminuire» a undici anni dalla sua scomparsa. Prosegue la Wertmüller sulla grande storia d’amore: «Non so dire quanto esemplare o rara. Posso dire che fu amore a prima vista».
LINA WERTMULLER: “MI MANCA TUTTO DI MIO MARITO”
Scomparso a Roma il 4 marzo 2008, la morte del marito Enrico Job è stata una mancanza gravissima per Lina Wertmüller, che a Diva e Donna ha spiegato: «Mi manca tutto di lui. Una persona geniale e dolce. Straordinariamente intelligente, molto colto. Un uomo prezioso. Un’artista in qualunque cosa facesse». Un uomo delizioso e dolcissimo, ricorda la regista, che rivela che il titolo “Pasqualino Settebellezze” arriva proprio dal soprannome del compagno di una vita. Recentemente omaggiata da Jane Campion, la Wertmüller non ha escluso un ritorno dietro la macchina da presa a 91 anni: «Perché no? Aspetto che mi capiti una cosa interessante. Se c’è qualcosa in ballo? Non lo dico. Sono aperta a tutte le possibilità».
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