Christian Lindner, ministro dell’economia e della finanza della Germania, in occasione del Forum economico che si sta tenendo a Davos, ha parlato dell’economia tedesca, interessata da una crisi senza precedenti negli ultimi decenni. Prima il covid e poi la crisi dell’energia, infatti, aveva portato all’interruzione del freno tedesco all’indebitamento, mentre lo scorso anno il governo è stato costretto a tagliare 17 miliardi dal budget per aver aggirato, con bilanci ombra, quel freno che era tornato attivo. Crisi che, secondo Lindner, hanno costretto la Germania a stringere la cintura, attuando tutta una serie di riforme che stanno iniziando a dare i primi, importanti, risultati.
Lindner: “La Germania è l’uomo stanco d’Europa”
Secondo Lindner, “dopo un periodo di grande successo dal 2012 e questi anni di crisi, la Germania è un uomo stanco dopo una notte breve. Le basse aspettative di crescita”, ha spiegato, “sono probabilmente state un campanello d’allarme e ora abbiamo una buona tazza di caffè, il che significa riforme strutturali e che, quindi, torneremo ad avere successo economico”. Secondo l’economista, infatti, “la Germania non il malato” d’Europa, ma solo un’economia stanca e provata dalle continue crisi.
“Abbiamo dovuto risolvere i problemi del debito e del deficit” in Germania, ha continuato a spiegare Lindner nel suo intervento, “il che mi ha reso il ministro più solo del governo, ma ci siamo riusciti”. Secondo il ministro il Paese può e deve migliorare l’offerta economica, tramite riforme sulla manodopera, sull’energia e sulle tecnologie digitali, ma ha tutte le carte in regola per riuscirci nei prossimi mesi. Differentemente dalle parole di Lindner, tuttavia, gli analisti sostengono che la Germania, dopo la contrazione economica dello 0,3% delle scorso anno, continuerà a stagnare ancora per almeno un trimestre, mentre il timore è che l’anno prossimo la ripresa sarà solamente dello 0,1%, confermando la decrescita allo 0,2%. Il ministro, infine, criticato per non aver attuato sussidi economici simili a quelli degli Stati Uniti, ha sottolineato la sua preoccupazione per “il fatto che alcuni politici dell’UE tendano a seguire gli Stati Uniti per sovvenzionare quasi tutto”, spiegando che “non possiamo permetterci una corsa ai sussidi“.