Livia Pomodoro è tra le protagoniste de “Le ragazze“, il programma che racconta l’evoluzione del nostro Paese attraverso figure femminili rappresentative di un aspetto storico o sociale di un decennio di riferimento. Tra queste c’è anche Livia Pomodoro, ex magistrato di Milano che ad un certo punto della sua carriera ha deciso di lasciare le aule di tribunale per dedicarsi al sogno del teatro. Un sogno rincorso dalla sorella Teresa scomparsa nel 2008. Intervistata da euronews.com, la Pomodoro si è soffermata sul concetto di verità precisando: “la verità non esiste. Esistono varie verità che noi convenzionalmente consideriamo il massimo dell’avvicinarsi a ciò che vogliamo esprimere come sicuramente non bugiardo”. Non solo, la ex magistrato ha anche aggiunto: “io sostengo e ho sempre sostenuto che non esiste una verità in assoluto, in tribunale. Da un processo può venir fuori quella che si chiama la verità giudiziaria, cioè quella che può essere ed è oggetto dell’attenzione del giudice, fino al momento della sua sentenza, che sarà una attribuzione, il più possibile, di responsabilità veritiera rispetto ad un fatto accaduto. Ma non è la verità in assoluto”.
Livia Pomodoro: dalla magistratura al teatro
L’ex magistrato Livia Pomodoro ad un certo punto della sua carriera ha deciso di stravolgere la sua vita. Così ha lasciato le aule di tribunale per dedicarsi al mondo del teatro. Un passaggio in parte dovuto anche alla sorella gemella Teresa: “ho vissuto molto vicino a mia sorella perché eravamo sorelle gemelle, ma pur facendo mestieri diversi avevamo anche molte… ma anche molti momenti di scontro, come accade tra persone che si misurano con la loro intelligenza”. La morte della sorella la spinge però a voler continuare il progetto teatrale a cui ha dedicato tutta la sua vita: “rendere l’arte disponibile a tutti, senza differenze di censo, senza differenze di alcun tipo, soprattutto economiche”. L’idea di teatro della sorella Teresa, infatti, è nato come una onlus come ha raccontato la Pomodoro: “è nato senza che si pagasse il biglietto per entrare, ed è nato sulla disponibilità di chia ha creduto in mia sorella che era grandissima, una grande drammaturga, una grande attrice, una grande conoscitrice del teatro, e soprattutto una donna coltissima”. Nel giorno della sua morte, Livia non ha avuto alcun dubbio: “nel giorno in cui lei è mancata, che avrei continuato. E ho deciso con grandissima fatica, perché io di teatro non sapevo nulla”. Una decisione di cui oggi è felicissima visto che alla domanda ‘cosa le manca della magistratura”, l’ex magistrato non ha alcun dubbio: “non mi manca assolutamente nulla. Io ho fatto con grande coerenza, con grande dedizione il mio lavoro, ho avuto anche grandissime soddisfazioni e ho fatto una grandissima carriera al femminile”.