I giudici di Livorno hanno condannato l'Asl a pagare un risarcimento da 450mila euro: la storia del 68enne morto per il covid contratto in ospedale
È un caso – per ora – senza precedenti nella storia italiana post-pandemica, con il Tribunale civile di Livorno che ha condannato l’Asl Toscana Nord a pagare un maxi risarcimento per la morte di un uomo 68enne che aveva contratto il Covid mentre si trovava ricoverato in ospedale per un’infezione completamente diversa: un caso – appunto – potenzialmente pioniere di una lunga serie di cause simili che potrebbero finire grosso modo alla stessa maniera; fermo restando, però, che attualmente si tratta di una condanna solo da parte del primo grado di giudizio, con l’Asl competente per l’area di Livorno che starebbe valutando se fare ricorso per invertire la sentenza.
Facendo prima di tutto un passo indietro, secondo la ricostruzione fatta dai giudici di Livorno, il 68enne Giovanni Mesini fece il suo ingresso in ospedale il 29 dicembre del 2020 a causa di un’infezione da parte del batterio Klebsiella pneumoniae Ndm (meglio noto come “New Delhi”), che l’ha costretto al regime di isolamento: lì, attraverso il contatto con medici ed infermieri, avrebbe contratto anche il Covid, che sarebbe poi risultato fatale il successivo 13 gennaio del 2021 a causa del suo quadro clinico già particolarmente complesso e compromesso.
La sentenza dei giudici di Livorno: l’Asl toscana condannata a pagare quasi 450 mila euro alla famiglia di Giovanni Mesini
La famiglia di Mesini ha scelto di vederci chiaro e ha trascinato in tribunale il nosocomio di Livorno e l’Asl di riferimento e, dopo quattro anni di attesa, quello che era poco più di un dubbio è stato confermato dai giudici: sarebbe, infatti, innegabile il ruolo del Covid nel decesso, contratto senza ombra di dubbio “mentre era ricoverato” – dato che il primo tampone positivo risalirebbe al 6 gennaio e il periodo di incubazione è “ormai accertato in un minimo di cinque e in un massimo di 14” – a causa del “contatto con un medico o un infermiere”.
L’esito della pronuncia è che l’Asl competente per l’area di Livorno è stata condannata a pagare un totale di quasi 450 mila euro di risarcimento, tra 294 mila per la convivente della vittima e altri 150 mila da dividere tra le due sorelle; mentre, dal canto suo, l’azienda sanitaria ha precisato di star valutando la possibilità di fare appello, spiegando che una simile sentenza rischia di semplificare eccessivamente il periodo di “incertezza scientifica” vissuto durante la pandemia, assimilando il Covid ad “altre infezioni già conosciute”.