Lodo Guenzi, frontman dello Stato Sociale ha fatto una confessione che ha lasciato tutti a bocca aperta. Il cantante ha deciso di raccontare i sorprusi vissuti in passato a causa di alcuni bulli che lo prendevano in giro, accusandolo di essere effeminato. Sono però le stesse persone che, se oggi lo incontrano, lo trattano come una vera e propria star. Lo ha ammesso proprio Lodo nel suo lungo sfogo: “Quando incontro qualcuno dei miei bulli adesso mi trattano come una star, io faccio gran sorriso e so che da bambini è un casino per tutti e neanche se ne saranno accorti ma non riesco a non odiarli”. Parole quelle del cantante che volevano lasciare un insegnamento: “questo per dirti una cosa: ti hanno fatto del male, peggio che a me. Ma se la tua vita va avanti, allora gli stro*zi hanno perso”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
LODO GUENZI BULLIZZATO: “MI CHIAMAVANO CINZIA”
Con “Se la tua vita va avanti, allora gli stronzi hanno perso”, con queste parole Lodo Guenzi chiude il suo lungo discorso e la sua denuncia choc arrivata via social nelle scorse ore lasciando tutti senza parole. Dietro il suo sorriso si nasconde tanto dolore, forse lo stesso che lo ha reso l’artista che è oggi e anche leader Lo Stato Sociale. Pubblicando la foto di quando era più piccolo, Lodo Guenzi denuncia la violenza subita, il bullismo che lo ha travolto solo perché troppo “esile, biondino ed effeminato” ai tempi in cui andava a scuola e quotidianamente veniva preso di mira arrivando a picchiarlo, a chiamarlo Cinzia e combinargli di tutto, ogni giorno. Lui stesso esordisce sui social scrivendo: “Ci ho pensato molto se avesse senso e sì, ha senso. da ragazzino sono stato bullizzato. ecco, l’ho detto”.
LODO GUENZI BULLIZZATO A SCUOLA PER IL SUO ESSERE “BIONDINO ED EFFEMINATO”
Il racconto di Lodo Guenzi poi continua spiegando anche quelli che erano i momenti ad alta tensione e rivelando anche che “i compagni pakistani e bengalesi” erano quelli che gli stavano accanto: “non credo sia successo solo a me, ma è così. troppo esile, effeminato, biondino. a dire il vero almeno ero in una classe in cui se la prendevano con un ragazzetto italiano..qualche botta, un pomeriggio in un bidone e un’eterna insistenza sulla mia presunta omosessualità che devo dire già allora come ipotesi non mi dava fastidio. mi chiamavano cinzia, come il nome di una bici da donna”. Lui stesso poi rivela di aver subito e di avere anche alcuni pentimenti adesso, cosa che se tornasse indietro non rifarebbe: “Credo che gran parte della mia smodata fame di fare cose grandi sia nata lì, o forse dal rimpianto per aver chiesto aiuto e cambiato scuola, cosa che ancora mi fa sentire un vigliacco. quando incontro qualcuno dei miei bulli adesso mi trattano come una star, io faccio gran sorriso e so che da bambini è un casino per tutti e neanche se ne saranno accorti ma non riesco a non odiarli, eh vabbè…”.
Ecco il suo post: