LOMBARDIA ZONA ROSSA DALL’8 MARZO?/ Fontana: “Per ora no, aspettiamo i dati del Cts”

- Alessandro Nidi

La Lombardia sarà in zona rossa da lunedì 8 marzo? Fontana in conferenza stampa: “Per ora nessuna novità, aspettiamo i dati”

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La Lombardia rischia di finire in zona rossa, quella a più alto rischio covid, se i numeri dovessero continuare ad aumentare sulla falsa riga dai quelli degli ultimi giorni. La regione a nord dell’Italia è ormai stabilmente la prima in quanto a contagi in Italia, e a preoccupare maggiormente è la variante inglese, che sta colpendo anche i giovanissimi. Al momento, comunque, non sembra essere impellente il cambio di zona, come ha spiegato il presidente Attilio Fontana durante una conferenza stampa tenutasi oggi: “Non ci sono in questo momento situazioni di modifica delle fasce – le sue parole riportate da Skytg24.it – nel pomeriggio riguardiamo i dati e se ci saranno comuni o province particolarmente gravi, interverremo per cercare di fermare l’evoluzione della pandemia”.

Il governatore ha aggiunto e concluso: “Bisogna aspettare i dati del Cts e poi si faranno le valutazioni del caso, per ora monitoriamo costantemente e giornalmente le situazioni di pericolosità. Per il momento siamo in zona arancione con alcune evidenze di qualche difficoltà trasformate in zona arancione scuro”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LOMBARDIA ZONA ROSSA DA LUNEDÌ 8 MARZO? VARIANTE INGLESE NEL 64% DEI CASI POSITIVI

La notizia più temuta sembra purtroppo essere dietro l’angolo: presto la Lombardia potrebbe finire in zona rossa. Molto presto, anzi: si parla addirittura di lunedì 8 marzo, giornata nella quale prenderà peraltro il via la campagna di vaccinazione sul personale scolastico. Un’ipotesi a cui starebbe pensando e lavorando il governatore regionale, Attilio Fontana, alla luce del peggioramento evidente della curva epidemiologica, in quanto vi è il timore concreto che possa non bastare l’area arancione “rafforzato” applicato a circa cinquanta Comuni del Milanese e delle province di Bergamo, Como e Cremona. A dire la verità, in questo preciso momento le ipotesi in ballo per il destino immediato della Lombardia sono due: la prima conduce direttamente alla zona rossa con annesso lockdown, mentre la seconda porta a un’estensione dell’area color arancione rafforzato, che si tradurrebbe nella chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, ma che consentirebbe agli esercizi commerciali di non abbassare ancora una volta la propria serranda, come invece è accaduto più volte negli ultimi dodici mesi.

LOMBARDIA ZONA ROSSA: 64% CASI È VARIANTE INGLESE

La Lombardia si avvicina pertanto alla zona rossa e anche le parole pronunciate in Consiglio regionale da Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare, non lasciano presagire nulla di buono: la variante inglese, sul territorio lombardo, ha raggiunto il 64% dei casi di positività, attestandosi dieci punti percentuali al di sopra di quella che è la media nazionale (54%), riferita nelle scorse ore da Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Peraltro, al di là di qualsiasi restrizione adottata localmente, a livello italiano ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’illustrare il nuovo DPCM (il primo dell’era Mario Draghi), ha annunciato che il provvedimento per le scuole sarà uguale per tutto il Paese: “La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in Dad, così come nei territori dove il tasso di incidenza del virus è pari o superiore a 250 ogni 100 mila abitanti”.





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