L’orchestraccia sul palcoscenico del Concerto del 1 Maggio a Roma
L’orchestraccia, il gruppo itinerante folk-rock romano, tra i protagonisti della nuova edizione del Concerto del Primo Maggio 2023, il festival musicale che dal 1990 è organizzato annualmente in occasione della Festa del lavoro in piazza San Giovanni in Laterano a Roma dai tre sindacati confederati italiani: CGIL, CISL e UIL. L’evento è conosciuto anche come il Concertone per via della sua durata, avendo inizio nel pomeriggio e terminando a tarda notte. Il gruppo è nato dall’idea di Marco Conidi, Giorgio Caputo, Edoardo Pesce e Luca Angeletti che hanno deciso di fondare un gruppo musicalmente disordinato, ma caciarone.
A raccontare come è nata l’idea di fondare L’Orchestraccia ci ha pensato Giorgio Caputo intervistato da snapitaly.it: “io e Marco ci siamo conosciuti sul set di Romanzo Criminale, anche se ci era già capitato di incontrarci al Contestaccio. Però l’idea dell’Orchestraccia è nata perché, dopo esserci conosciuti anche con gli altri, ci siamo convogliati tutti in questa squadra di calcio che era l’Aesseromartisti. Questa squadra era formata da un collettivo di artisti, soprattutto musicisti, cantanti e attori e organizzava partite di beneficienza locali. Spesso associavamo a queste partite anche degli spettacoli, dove ognuno cercava di tirare fuori il meglio di sé. La cosa che ci accomunava tutti era ovviamente la cultura romana, e quindi spesso per i nostri spettacoli attingevamo da lì”.
L’Orchestraccia: chi sono i componenti
L’Orchestraccia è una band itinerante folk romana nata dall’unione di vari talenti: attori, cantautori, musicisti, performers. Ma chi sono i componenti? Marco Conidi, Edoardo Pesce, Luca Angeletti, Giorgio Caputo a cui si aggiungono altri amici e musicisti tra cui Gianfranco Mauto, Salvatore Romano, Fabrizio Lo Cicero. La band ha deciso di riproporre dal vivo canzoni popolari romane a cavallo fra Ottocento e Novecento, ma anche brani moderni ed innovativi.
Ma come è nata l’idea di riproporre la musica popolare romana? Marco Conidi ai microfoni di snapitaly.it ha raccontato: “non c’erano molti altri artisti che facevano questo tipo di musica. Adesso siamo molto felici di aver dato una grande spinta, perché fa parte della memoria collettiva delle persone. La musica popolare è stata trascurata dai network, dalle radio. I ragazzi che non conoscevano questo repertorio, appena hanno avuto la possibilità di ascoltarne anche una versione più moderna, si sono riappropriati delle cose vecchie. Penso ad artisti come noi, ma anche a Mannarino, a tutti i rapper che cantano in dialetto. I giovani hanno riscoperto Gabriella Ferri, Lando Fiorini e gli altri poeti”.