Migranti, Luca Casarini finisce a processo per favoreggiamento immigrazione. Perché Ue potrebbe "salvarlo": spunta una possibile scappatoia
Luca Casarini, ex leader del movimento no global e cofondatore nonché capo missione della ONG Mediterranea Saving Humans, è finito sotto processo, insieme ad altre sei persone, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma lui non si ferma: oltre a respingere le accuse — parlando di un processo politico — rilancia con nuove operazioni di salvataggio. Ha infatti celebrato il rafforzamento della flotta, dato che Mediterranea ha ricevuto una nuova nave, la Sea Eye 4, dall’ONG tedesca.
In merito alla decisione del GIP di Ragusa di rinviarlo a giudizio con altri sei imputati, ha replicato parlando di “macchinazioni giudiziarie” costruite ad arte dalle autorità italiane, accusandole di utilizzare anche i servizi segreti. “Vorrebbero intimidirci, metterci alle strette, ma questo non accadrà mai“, ha dichiarato Luca Casarini.
LE ACCUSE A LUCA CASARINI E MEDITERRANEA
L’ipotesi dell’accusa è che il soccorso in mare al centro della vicenda sia avvenuto dietro compenso, e dunque non si tratterebbe di un gesto umanitario. Da qui l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dal fine di profitto. Sebbene gli indagati neghino l’esistenza di un accordo pregresso, i finanzieri che hanno condotto le indagini avrebbero rilevato contatti precedenti alla partenza della nave, di cui tuttavia non si conosce il contenuto, poiché all’epoca non erano oggetto di monitoraggio.
Prima del pagamento sospetto, inoltre, vi erano forti preoccupazioni per la situazione finanziaria. La difesa dovrà cercare di smontare l’intercettazione tra Luca Casarini e l’armatore Metz, in cui Casarini affermava: “Domani a quest’ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare, perché arriva la risposta dei danesi (…) abbiamo svoltato e possiamo pagare stipendi e debiti”.
LUCA CASARINI, LA “SCAPPATOIA” UE
C’è anche un aspetto giuridico europeo: il PM ha infatti richiesto il rinvio temporaneo del processo, in attesa di una decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea su un altro caso, noto come caso Kinshasa. La Corte dovrà stabilire se esista una “scriminante di solidarietà” nei casi di favoreggiamento dell’ingresso di migranti durante operazioni di soccorso, ovvero se il soccorso umanitario possa, in determinate circostanze, giustificare legalmente l’ingresso di migranti anche in assenza di autorizzazione. A questa richiesta si è associata anche l’Avvocatura dello Stato.
Come spiegato da Il Giornale, in caso di accoglimento non costituiranno più reato i casi di possibile favoreggiamento dell’ingresso di migranti, se connessi ad attività di soccorso, o presunte tali. La decisione è attesa entro l’estate e potrebbe avere ripercussioni sul processo di Ragusa, previsto per ottobre.