4 minuti per un massacro sconvolgente condotto a colpi di coltello da sub: così sarebbe stato ucciso Luca Tisi, senzatetto 58enne trovato senza vita in una galleria a Udine, sabato scorso, e attinto da decine di fendenti. Un omicidio efferato dietro il quale, secondo quanto riportato dall’Ansa che cita le parole del procuratore Massimo Lia in conferenza stampa, non sarebbe stato ancora individuato un movente. Il soggetto fermato quale sospettato del delitto, il 28enne italo brasiliano Bruno Macchi, avrebbe confessato ma senza fornire uno scenario sulle motivazioni che lo avrebbero portato a colpire la vittima con la brutalità evidenziata anche dagli inquirenti in sede di primi accertamenti.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il giovane indagato avrebbe consegnato alle forze dell’ordine l’arma del delitto: un coltello da sub seghettato con cui si sarebbe accanito su Luca Tisi con particolare ferocia. “Poco dopo le 5 circa di sabato mattina – ha dichiarato Lia – dalle telecamere si vede un soggetto incappucciato che arriva in bicicletta ed entra nella galleria, dove staziona per circa 4 minuti. Poi esce, si attarda nei pressi della roggia, quindi sempre in bicicletta si allontana“. Le sequenze impresse nei filmati vagliati dagli investigatori avrebbero permesso una prima svolta con l’identificazione del presunto assassino.
Le ipotesi d’accusa a carico del 28enne fermato per l’omicidio di Luca Tisi a Udine
Bruno Macchi, fermato poco dopo l’omicidio di Luca Tisi a Udine e indagato per il delitto del senzatetto 58enne, avrebbe fatto alcune amminissioni ma senza chiarire il movente. All’accusa di omicidio, secondo quanto profilato dal procuratore Lia in conferenza stampa a margine del provvedimento, potrebbero essere contestate le aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e della minorata difesa. L’autopsia, disposta per le prossime ore, potrebbe fornire altri elementi chiave per ricostruire l’esatta dinamica dell’azione omicidiaria, un massacro che, stando ai primi rilievi degli inquirenti, si sarebbe consumato con particolare ferocia nel volgere di 4 minuti.
L’arma del delitto sarebbe stata trovata e si tratterebbe di un coltello seghettato da sub, consegnato agli investigatori dallo stesso Bruno Macchi in sede di perquisizione. Sul reperto sarebbero state già isolate diverse tracce ematiche ora al vaglio degli esperti della Scientifica. Macchi, sempre secondo quanto dichiarato da Lia e riportato ancora da Ansa, avrebbe delineato lo spettro di un movente “molto labile, per non dire quasi del tutto inesistente“, nulla di robusto per sostenere l’efferatezza del crimine che gli sarebbe contestato. “La persona sospettata dell’omicidio – ha aggiunto il procuratore – è stata molto collaborativa, fin dai primi momenti della perquisizione nella sua abitazione, consegnando anche la presunta arma del delitto e, successivamente, in Questura, alla presenza dei difensori, e durante l’interrogatorio video-registrato, ha ammesso l’addebito“.