Luciana Delle Donne ospite di “Da noi…A ruota libera“, il programma condotto da Francesca Fialdini e trasmesso domenica 14 giugno 2020 su Raiuno. Tra i personaggi che interverranno durante la puntata c’è anche la ex manager bancaria che ha deciso di lasciare una carriera di grande successo per dedicarsi alle detenute del carcere di Lecce. Proprio così, Luciana è la fondatrice della onlus “Made in Carcere” nata tredici anni fa a Lecce. Un progetto divenuto, anno dopo, sempre più importante al punto che la ex manager bancaria è stata premiata con diversi riconoscimenti tr cui anche l’ingresso nella prestigiosa rete Ashoka. Ma non finisce qui, visto che la sua onlus ha attirato l’attenzione anche di grandi professionisti del calibro di Santo Versace, fratello di Gianni e Donatella Versace, che ha deciso di sostenere “Made in Carcere” con la raccolta 5×1000, ma anche di Papa Francesco che ha indossato il braccialettino con su scritto “non farti rubare la speranza”.
Luciana Delle Donne: dalla banca a Made in Carcere
Una nuova vita per Luciana Delle Donne che, dopo aver lasciato una carriera di grande successo in banca, ha deciso di dedicarsi agli altri e in particolare alle detenute del carcere di Lecce. Così è nata l’idea di Made In Carcere, la onlus a cui ha dedicato anima e corpo. Intervistata da Vanity Fair la donna ha dichiarato: “nella mia prima vita era tutto perfetto: casa in via dei Fiori Chiari a Milano, viaggi all’estero, fili di perle, camicie cifrate, serate nei posti che contano. Poi ho cominciato a sentire il disagio di guadagnare tanti soldi, sproporzionati, frutto delle bolle speculative. Era il 2004. Sono entrata in crisi con il mio compagno, con il mio corpo, con il mio lavoro. Avevo l’urgenza di restituire un pezzo della mia fortuna, di dimostrare che si può costruire bellezza anche in luoghi di degrado”. Una fortuna che Luciana si è conquistata con forza, coraggio e sacrificio considerando che la sua infanzia non è stata affatto semplice. Orfana di padre con un mamma impegnata a tempo pieno per poter dare da mangiare ai propri figli, Luciana parlando della sua infanzia ha detto: “non so cosa sia un’infanzia felice, ma l’assenza mi ha dato voglia di costruire, di vivere e non di sopravvivere. La morte prematura di mio padre mi ha insegnato che bisogna cercare di realizzare i sogni, sempre”. Il suo sogno l’ha realizzato e guardando alla sua vecchia vita ha detto: “non ho rimpianti per la vita di prima, non tornerei mai indietro. Mi mancano le tre S: sonno, silenzio e sesso”.