“Non esistono gli artisti, esiste l’arte”: Una frase celebre e colma di significato, preludio al ritiro dalla scena pubblica ma soprattutto rappresentazione di ciò che ha contribuito ad alimentare il ‘mito’ di Lucio Battisti. Classe 1943, originario della provincia di Rieti: da qui parte la storia del cantautore che per decenni ha raccontato temi triti e ritriti in un modo unico, capace di valorizzare un ambito poetico che fin troppo inflazionato rischiava di cadere nella banalità dei cliché musicali.
Oltre 20 milioni di dischi venduti in tutto il mondo; non sempre i numeri riflettono la grandezza artistica ma in questo caso è emblema della fortunata carriera di Lucio Battisti. Nei primi anni sessanta inizia a farsi largo nella scena musicale ma è l’incontro con Mogol la vera ‘volta buona’ del cantautore: con il paroliere sforna un numero smisurato di canzoni rimaste impresse non solo nella memoria degli appassionati ma nella stessa cultura artistica italiana.
Lucio Battisti, poesia messa in musica e mito senza volerlo: quando l’arte non necessita di vetrine
Da ‘Non è Francesca’ a ‘E penso a te’, passando per ‘I Giardini di marzo’ ed ‘Emozioni’; queste alcune delle canzoni sfornate da Lucio Battisti e Mogol, un sodalizio forse quanto mai fruttuoso nella storia della musica italiana. Al cantautore e al paroliere va dato merito di aver raccontato le emozioni quotidiane, le azioni più intime e al contempo ‘spicciole’ dell’amore. La poetica dei brani non era dedicata a celebrazioni generali ma al racconto della quotidianità, delle dinamiche tipiche delle relazioni umane; il ‘realismo battistiano’, una sorta di filone letterario e addirittura poetico.
Un punto si svolta che molto divise l’opinione pubblica è il ritiro dalle scene: Lucio Battisti e Mogol prendono strade diverse e poco dopo l’artista decide di dedicarsi esclusivamente alla musica e alla produzione limitando al minimo le apparizioni pubbliche e televisive. Siamo agli albori del 1980 e, come a chiusura di un cerchio, risuona quanto scritto in apertura: “Non parlerò mai più perchè un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L’artista non esiste, esiste la sua arte”. Non perde smalto la sua produzione artistica, anzi, Lucio Battisti alimenta il mito di sé stesso ma nel modo più lineare e poetico pensabile; il tutto fino al 1998 quando il mondo saluta il cantautore, passato a miglior vita il 9 settembre.
Com’è morto Lucio Battisti: il ricovero d’urgenza e il ‘silenzio’ sulla presunta malattia
L’influenza artistica di Lucio Battisti non conosce tempo e lo dimostra anche chi oggi cerca ancora notizie in riferimento agli ultimi anni di vita del cantautore. ‘Com’è morto Lucio Battisti’, è una domanda ancora attuale: dal 1998 ad oggi non sono mai state rese note le reali cause del decesso, una necessità di privacy importante e che resiste alle ingerenze mediatiche. Tutto ciò che sappiamo sulla scomparsa dell’artista è il ricovero d’urgenza nella notte tra il 29 e il 30 agosto del 1998 – come racconta DeeJay – presso l’ospedale San paolo di Milano. Le condizioni di Lucio Battisti si sarebbero aggravate poi tra il 6 e 8 settembre, fino al triste decesso del giorno successivo. Tra le ipotesi si è parlato di un possibile linfoma maligno e di altre patologie ma, ad oggi, non sussistono riscontri ufficiali su com’è morto Lucio Battisti.