Il sindacalista aggredito davanti all'ex Ilva di genova accusa Landini: "Non ha mostrato solidarietà alle vittime, alimenta clima violento"
Il sindacalista della Uil Luigi Pinasco, aggredito e picchiato insieme ad un altro collega da due esponenti della Fiom davanti alla sede dell’ex Ilva di Genova perchè voleva intervenire ad una assemblea, ha parlato del grave episodio, che gli è costato 10 giorni di prognosi, denunciando in particolare la responsabilità del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che non è intervenuto a condannare la violenza nè a esprimere pubblicamente le scuse a nome della federazione sindacale.
Oltre alla nota diffusa dal leader, che invitava a non strumentalizzare l’accaduto infatti, non sarebbero arrivate prese di distanze dall’atteggiamento definito “squadrista” dei rappresentanti, che hanno iniziato con una serie di insulti per poi sfociare in minacce, inseguimenti e pestaggi nei confronti di chi non aveva aderito allo sciopero dei metalmeccanici. Il quotidiano La Verità ha riportato le parole di Pinasco, che dopo le dimissioni dall’ospedale, si è detto amareggiato e deluso dalla mancanza di solidarietà da parte di chi dovrebbe dare per primo l’esempio, proprio per l’importante ruolo che ricopre.

Luigi Pinasco, sindacalista aggredito a Genova: “Clima pericoloso, mi aspettavo le scuse di Landini”
Luigi Pinasco, sindacalista Uil aggredito da esponenti della Fiom, ha accusato Maurizio Landini per non essere intervenuto a nome della Cgil a condannare l’episodio violento, nè a manifestare solidarietà nei confronti delle vittime, picchiate solo perchè presenti all’assemblea davanti all’ex Ilva di Genova in attesa di poter essere intervistate. Scuse che non sono arrivate da parte del segretario generale della sigla sindacale, ma che come afferma Pinasco, sono invece state manifestate da altri rappresentanti Fiom, che hanno deciso di prendere le distanze da quanto accaduto in occasione dell’assemblea, pur non esponendosi troppo per timore di ritorsioni, soprattutto da parte dei gruppi più radicali della federazione.
“Eppure“, prosegue il sindacalista intervistato da La Verità, “Gesti di distensione servirebbero in un clima come quello che c’è attualmente a Genova, tra divisioni e polemiche, che necessitano di un invito alla calma“. L’appello è anche nei confronti delle istituzioni e dei politici, che troppo spesso promettono “salvataggi” che poi non possono diventare concreti, alimentando così gli scontri, senza trovare soluzioni.
