Pietro Lunardi, ex Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo di Silvio Berlusconi, ha commentato con entusiasmo l’approvazione del decreto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, su cui lui stesso ha gettato le fondamenta. “È un progetto che viene da lontano, il mio in sostanza. Il piano che feci approvare tra il 2001 e il 2005, che passò anche il vaglio del Cipe e che venne inserito nella procedura di aggiudicazione internazionale per la realizzazione. Eurolink, che comprendeva aziende italiane, spagnole e giapponesi (in seguito se ne aggiunse un’altra danese) avrebbe potuto partire coi cantieri nel 2005”.
Successivamente, però, non se ne fece nulla. “Gli assetti politici cambiarono e non si partì più. Il ponte non venne più considerato un’infrastruttura prioritaria per il Paese. Nel 2006, il nuovo governo, ha annullato tutto quanto fatto da quello precedente senza però “toccare” gli aspetti contrattuali legati alla gara. Il progetto preliminare era stato eseguito dalla società dello Stretto, che è il cuore del sistema e ha la funzione di realizzare l’opera insieme a tutti gli altri attori. Così è rimasto”.
Lunardi: “Ponte sullo Stretto era già pronto nel 2005”. L’applauso al Governo di Giorgia Meloni
Pietro Lunardi tuttora è convinto che il Ponte sullo Stretto sia un’idea vincente. “La Sicilia diventerà la porta dell’Europa nel Mediterraneo. È lì, come ha sottolineato Giorgia Meloni, il baricentro europeo. Attualmente il 35% dei traffici commerciali mondiale passa tra Gibilterra e Suez. È evidente che la posizione della Sicilia, rafforzata da un’infrastruttura come il ponte sullo Stretto, sarebbe più che strategica. In qualche modo il ponte diventerà una “calamita” per i tutti i traffici europei. Con il ponte e le ferrovie ad alta velocità si risparmieranno alle navi dai quattro ai cinque giorni di viaggio: potranno scaricare la merce in Sicilia e farle arrivare ai porti del Nord”.
Anche dal punto di vista ambientale, ci saranno dei benefici. “Non v’è dubbio che il consumo di Co2 sarà molto inferiore. Verrà ridotto sensibilmente l’inquinamento prodotto dal corposo transito di traghetti nello Stretto e dalle file di auto in coda, in attesa di imbarcarsi, sia in Sicilia che in Calabria. Mi sento di essere ottimista anche sull’aspetto “green” di questa opera”, ha concluso.