Lupi “Sindaco di Milano? Se mi chiamano…”/ “In Italia solo burocrazia, siamo matti”

- Alessandro Nidi

Maurizio Lupi a Stasera Italia Weekend ha parlato della sua possibile candidatura a primo cittadino di Milano, per poi soffermarsi sulle semplificazioni

Maurizio Lupi 640x300 Maurizio Lupi (Stasera Italia Weekend, 2021)

Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, è intervenuto nella serata di ieri, sabato 29 maggio 2021, a “Stasera Italia Weekend”, trasmissione andata in onda su Rete 4, nella quale immancabilmente si è parlato della sua possibile candidatura a sindaco di Milano. Un argomento, quest’ultimo, su cui Lupi ha glissato con straordinaria abilità: “Martedì avremo il vertice del Centrodestra. Queste elezioni rappresentano l’occasione per la politica di mettere in campo programmi e confronti, le grandi città forniranno l’opportunità al Centrodestra e al Centrosinistra di confrontarsi”.

Ma lui, si candiderà? “Io non ho mai detto che sono disponibile a candidarmi. Se chiamano…”. Ciò che davvero conta, per il politico, è vincere la contesa a Milano, dove, “quando governavamo noi”, sono state riqualificate le periferie, valorizzando aree dismesse. Non è ancora il momento, però, di fare campagna elettorale e Lupi ha ironizzato su quest’aspetto con la conduttrice, dicendo con il sorriso sul volto: “Mai imitare Milano!”.

LUPI: “BASTA CON TUTTA QUESTA BUROCRAZIA!”

Maurizio Lupi, a “Stasera Italia Weekend”, ha poi commentato la lettera inviata da Di Maio a “Il Foglio”, dicendo che chi chiede scusa è una persona intelligente e che il passaggio più importante di questa vicenda consiste nel capire che il confronto politico, anche, duro è fatto su idee, sul misurarsi sui risultati che si ottengono andando al governo e non “utilizzando la giustizia secondo la propria convenienza”. Questo è il momento di “riformare la giustizia” e il segnale politico che giunge da Di Maio è “importante”. Sull’esecutivo guidato da Mario Draghi, Lupi ha evidenziato che, se l’ex presidente della BCE oggi governa l’Italia, è grazie alla responsabilità dei partiti che lo stanno sostenendo. Infine, un accenno alla questione semplificazioni, che servono “non per continuare a discutere, ma per evitare troppa burocrazia: se per realizzare un’opera pubblica in Italia ci vogliono 15 anni e 7 mesi in media, di cui l’80% serve per le pratiche burocratiche, il problema è che siamo dei matti! Abbiamo il destino del Paese da prendere in mano. La burocrazia deve diventare amica dei cittadini. Le risorse le fanno le imprese”.





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