M5s, addio restituzioni: soldi vanno al partito/ Indennità a parlamentari

- Carmine Massimo Balsamo

Svolta nel M5s, in arrivo novità degne di nota sul dossier restituzioni: i soldi finiranno nelle casse del Movimento, ma non solo

eletti m5s foggia Giuseppe Conte, Presidente M5s (LaPresse, 2022)

Addio alle restituzioni, continua la trasformazione del M5s. Il passaggio da movimento a partito è stato firmato da Giuseppe Conte, ora il nuovo step: secondo il Corriere della Sera, quasi tutti i soldi adesso andranno al partito. In precedenza, invece, i parlamentari grillini  erano tenuti a decurtarsi le retribuzioni per donarle a sostegno di progetti pubblici, come il fondo per il microcredito o il Consiglio nazionale delle ricerche. Secondo il quotidiano, infatti, presto arriveranno nuove regole a disciplinare il mondo pentastellato.

Il M5s starebbe lavorando su un triplo binario, a partire dalle indennità di carica. Queste, infatti, dovrebbero essere percepite per la prima volta dagli stellati, ma restituite in buona parte al partito. E ancora, l’assegno di fine mandato e le donazioni mensili dei parlamentari in carica. Il dibattito è acceso su quest’ultimo punto. Nella legislatura tra 2013 e 2018 i parlamentari grillini hanno restituito mensilmente 2.500 euro. Nell’ultima legislatura, dal 2018 al 2022, la somma è stata canonizzata, diventando un “forfait senza più l’annoso problema degli scontrini giustificativi che aveva caratterizzato il primo corso parlamentare stellato”.

M5s, addio restituzioni: soldi vanno al partito

Nell’ultima legislatura i 2.500 euro erano stati suddivisi in 1.00 per l’associazione e in 1.500 per il fondo per le iniziative per la collettività. Ebbene, secondo il Corriere la quota per il partito potrebbe raddoppiare. Gli altri 500 euro andrebbero ai progetti per la collettività. Ma non è l’unica idea in ballo: secondo l’Adnkronos, potrebbe esserci un versamento unico di 200 euro mensili al partito, con i vertici chiamati in seconda battuta a stabilire quali somme destinare alle restituzioni.

Un’altra delle ipotesi al vaglio in casa M5s è quella legata all’assegno di fine mandato, con i parlamentari obbligati a restituire solo il 20 per cento dell’importo. Un provvedimento mirato per i big del Movimento, considerando i casi di coloro tagliati fuori dalla regola del tetto dei due mandati. Una mossa che consentirebbe numerose donazioni, più di quelle attuali, ma che non mette d’accordo tutti. Ecco lo sfogo di un grillino: “In pratica delle nostre regole storiche rimane in piedi solo il vincolo dei due mandati, ma non tanto per un motivo identitario quanto a mio avviso come stratagemma per liberarsi dalle zavorre, ossia a chi è ancorato alla vecchia idea di Movimento”.







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