Dopo Davide Faraone, anche Matteo Renzi interviene sulla decisione di M5s e Pd di ritirare le denunce reciproche. Il leader di Italia Viva si rivolge direttamente ai dem: «Prendo atto che il Pd ritira le cause contro Beppe Grillo. Rispetto la scelta, anche se mi dispiace per i militanti: querelando Grillo – a nome Pd – intendevo difendere l’onorabilità dei volontari, volgarmente accusati non solo sui social». Nel post pubblicato su Facebook ha assicurato che lui comunque va avanti: «Per quello che invece mi riguarda personalmente non intendo ritirare nessuna azione civile avanzata contro Beppe Grillo e contro Il Fatto Quotidiano». Quali erano le cause tra Pd e M5s? Tra le varie spiccavano le querele per diffamazione, come quella di Luigi Zanda (PD) nei confronti di Luigi Di Maio (M5s), o la querela del PD nazionale contro lo stesso Di Maio sempre per diffamazione, così come la querela del sindaco di Bibbiano sempre contro il ministro degli Esteri. (agg. di Silvana Palazzo)
M5S E PD, PACE ANCHE IN TRIBUNALE: RITIRATE DENUNCE
Alleati di governo, rivali in tribunale? Non aveva molto senso. Per questo il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico hanno sancito “l’inciucio” anche in tribunale. I due partiti hanno deciso infatti di sotterrare l’ascia di guerra che li aveva portati a farsi causa. Siamo passati dal “partito di Bibbiano” e “gli ignoranti dei Cinquestelle” all’accordo di pace. In una nota congiunta i due partiti hanno annunciato di aver deciso “di comune accordo di abbandonare alcune cause che li vedevano contrapposti”. Per il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle “è inutile continuare ad intasare i tribunali perdendo tempo con vicende vecchie e superate”. Solo in un secondo momento si arriva alla “vera” spiegazione, cioè “coerenza rispetto al rinnovato clima politico”. Trattasi di una svolta tutt’altro che da sottovalutare, perché questo passaggio potrebbe portare ad alleanze sempre più strette anche sui territori, chissà se a partire da Roma. Di fatto, già il voto sul doppio mandato è “propedeutico” da questo punto di vista.
DAVIDE FARAONE (IV): “FIUME DI FANGO E POI…”
“Mai col partito di Bibbiano che toglie i bimbi alle famiglie”, dicevano i grillini. Dal Nazareno in risposta partirono 23 querele. Sulla vicenda è tornato Davide Faraone, che a proposito dell’annuncio Pd-M5s sul ritiro delle cause reciproche, dice la sua su Facebook. «Ricordate il fiume di fango che arrivò da siti ufficiali e da quelli legati alla rete sovranista contro i democratici? E quando parlo di democratici mi riferisco innanzitutto al Popolo Democratico. A quel popolo. Ha fatto bene Matteo Renzi a dire che non ritirerà alcuna querela», scrive il capogruppo di Italia Viva al Senato. Secondo Faraone «le ragioni per difendere l’onorabilità di una comunità di persone c’erano allora e continuano ad essere vive oggi». E ribadisce che la decisione annunciata oggi non ha nulla a che vedere con la velocizzazione della giustizia. «Incredibile solo a dirlo da chi ha abolito la prescrizione senza riformare i processi. Semmai è propedeutico ad un accordo organico Pd e M5S che fa comprendere ancora più chiaramente perché è nata Italia Viva e le ragioni che ci hanno spinto a stare lontani anni luce dal Partito Unico Populista», spiega il presidente dei senatori di Italia Viva. Quindi, conclude: «Lo abbiamo dimostrato in Liguria e coerentemente marcheremo sempre le distanze da partiti lontani dal riformismo. Quel riformismo di cui il nostro Paese continua ad avere un impellente bisogno».