DOPO LA CHIESA ORA ANCHE LE PROVE DELLA PROCURA: IL SANGUE DELLA MADONNA DI TREVIGNANO NON È SOPRANNATURALE, MA È DELLA VEGGENTE
Nessuna lacrimazione eccezionale, nessun effetto misterioso soprannaturale: il sangue rinvenuto sulla statua della Madonna di Trevignano è compatibile al 100% con Gisella Cardia, la sedicente veggente che da anni sostiene di avere apparizioni della Vergine Maria con tanto di messaggi da dispensare nel mondo come una “novella” Medjugorje. Ora però dopo la bocciatura completa del Vaticano – che lo scorso 27 giugno 2024 ha sconfessato Gisella Cardia smentendo ogni ipotesi di apparizione mariana – arrivano le importanti prove della super-perizia disposta dalla Procura di Civitavecchia: come informa il “Corriere della Sera” edizione romana, è proprio della presunta veggente il Dna sule lacrime di sangue rinvenute sulla statuina della Madonna di Trevignano.
I magistrati da tempo indagano per truffa la coppia Cardia – Gianni e la moglie Gisella, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) – e nonostante i pellegrinaggi alle porte di Roma si sono interrotti per decisone del Comune di Trevignano, il caso della Madonna e delle presunte apparizioni a Gisella Cardia non si è placato. La perizia sul sangue sarà presentata in via definitiva entro il 28 febbraio e si baserà su quella prova l’eventuale rinvio a giudizio di Gisella Cardia: le indagini avviate dai laboratori di Tor Vergata, riporta ancora il “Corriere”, sembrano così confermare il giudizio canonico dato a suo tempo dalla Santa Sede sull’intera vicenda di Trevignano.
LE ACCUSE CONTRO GISELLA CARDIA E LA DIFESA DELL’AVVOCATO: “LEI HA BACIATO E TOCCATO LA STATUA. IL DNA…”
Gisella Cardia è accusata di truffa aggravata, tanto con i fedeli cattolici della zona di Trevignano quanto con l’intera cittadinanza di un’area che per anni è stata “indirizzata” da presunti miracoli e “segni” propri della Madonna. Il fatto che le “lacrime di sangue” sulla statuina (comprata a Medjugorje) siano ora confermate con origine del Dna di Cardia non depone affatto a suo favore, anzi: «Aspettiamo di conoscere se si tratta di profilo misto o singolo», spiega l’avvocato difensore di Gisella, Solange Marchignoli.
Se infatti si confermasse che il profilo è singolo allora in quel caso si avrebbe un rinvio a giudizio perché si riterrebbe che Gisella Cardia abbia architettato tutto: se invece il profilo è misto, allora vi sarebbe anche altro materiale genetico non solo della veggente, che comunque è lecito attendersi visto che la stessa Gisella ha più volte toccato e baciato quella statuina. In maniera provocatoria è ancora la legale difensore dell’imputata a rilanciare la richiesta: «chi è che può dire di conoscere il Dna della Madonna?», si chiede Marchignoli ricacciando le polemiche al mittente, sottolineando anche che Cardia non avrebbe nulla da guadagnare da tutta questa vicenda, «se non fosse mossa dalla fede sarebbe una pazza a fare tutto questo». L’attesa è ora tutta per fine mese quando tutte le prove e le perizie disposte saranno consegnate e si potrà capire se vi siano gli estremi per un rinvio a processo.