Madre e figlio vivono in auto sull’autostrada A1. Quello che sembra un triste incubo è invece, purtroppo, la crudele realtà con cui una donna di poco più di cinquant’anni e un ragazzo di venticinque devono fare i conti. La loro storia è venuta alla luce in queste ore ed è stata confermata direttamente dalla Polizia stradale: addirittura, da sette giorni i due hanno dormito all’interno della loro vettura, in sosta presso il piazzale di un’area di servizio nei pressi di Fabro. Una scelta legata al fatto che non hanno più una casa dove andare né un lavoro che possa consentire loro di ripartire, come hanno riferito gli agenti della stradale di Orvieto.
La vicenda viene ripresa anche da TgCom 24, che pone in evidenza la storia di profondo disagio che ha come sfortunati protagonisti una mamma un figlio nativi del Mezzogiorno, ma residenti al Nord. La loro situazione è emersa in seguito a un accertamento condotto dai poliziotti, insospettiti dalla presenza costante di quel veicolo nell’area di sosta. Così, dopo alcune segnalazioni ricevute, hanno deciso di approfondire la questione e di intervenire direttamente, trovandosi di fronte a una realtà che mai avrebbero potuto immaginare di riscontrare con i loro occhi.
MADRE E FIGLIO VIVONO IN AUTO SULL’A1: ARRIVA LA POLIZIA E…
Madre e figlio, imbarazzati e, al tempo stesso, tristi, hanno rivelato alla Polizia stradale intervenuta sull’A1 la loro condizione comune di indigenza assoluta. TgCom 24 ha affermato che la donna ha spiegato di avere perso il lavoro a seguito di una situazione familiare complessa e di essersi trovata costretta a lasciare l’abitazione dove viveva con suo figlio, optando per una vita all’interno della loro utilitaria, dormendo sui suoi sedili e lavandosi nei servizi igienici dell’area di servizio di Fabro, luogo non distante da Città della Pieve, località che la signora frequentava da bambina con suo padre e che la fa sentire a casa.
Commossi di fronte a questa drammatica pagina di realtà, gli agenti hanno deciso di aiutare nell’immediato madre e figlio, acquistando per loro generi alimentari (pasta, marmellata, legumi, biscotti) e organizzando una raccolta fondi nel tentativo di aiutarli economicamente.