Maestra asilo, diffuso video hard: licenziata/ Al via processo “sess* non è reato”
Maestra asilo, diffuso video hard dal fidanzato: licenziata, al via da domani il processo. La vicenda a Storie Italiane: lettera di solidarietà da 200 donne

Il caso della maestra d’asilo del Torinese vittima di revenge porn e licenziata nonostante sia lei la parte lesa, è stata affrontata oggi nel corso della trasmissione Storie Italiane. La giovane maestra, appena ventenne, è stata licenziata dopo che un suo video hard è stato diffuso in rete. Nel filmato e nelle foto era ritratta con il fidanzato. Tutto ha inizio dopo che la giovane conosce un calciatore dilettante avendo con lui una storia. Dopo poche settimane la giovane gli invia un video hot e 18 foto che però il fidanzato decide di postarle in una chat di Whatsapp frequentata dai suoi amici. Uno di loro riconosce nella donna la maestra d’asilo del figlio e invia la foto alla moglie che, secondo l’accusa, avrebbe poi chiamato la maestra per minacciarla dopo ave diffuso i video ad altre mamme e alla direttrice. Adesso l’ex fidanzato è stato messo in prova ai servizi sociali e dovrà risarcire la vittima che si prepara ad affrontare il processo insieme alla dirigente della scuola che l’avrebbe costretta a licenziarsi e ad un’altra maestra.
MAESTRA ASILO, DIFFUSO VIDEO HARD: LICENZIATA, AL VIA PROCESSO
Ad intervenire oggi a Storie Italiane sono stati gli avvocati della vittima, Domenico Frangapane e Dario Cutaia, che hanno voluto mettere ben in luce chi fosse la parte lesa dell’intera vicenda, ovvero la maestra d’asilo: “Domani ci sarà l’udienza dibattimentale per il procedimento, gli altri hanno scelto riti alternativi, il fidanzato è stato ammesso all’istituto della messa alla prova e condannato a un anno di lavori socialmente utili e un parziale risarcimento”. Elenoire Casalegno, dallo studio, ha voluto ribadire come “la sessualità non è un reato!”. A sostegno della vittima anche la lettera di 200 donne che hanno voluto inviare alla maestra manifestando tutta la loro solidarietà. Sono donne tra giornaliste e dello spettacolo che hanno voluto rivolgersi alla maestra caduta anche lei nell’incubo del revenge porn e che hanno voluto ringraziarla ricordandole che “nel sesso, libero e consensuale, non c’è vergogna. Vergogna dovrebbe invece provare chi, senza alcun consenso da parte tua, ha pensato di violare te e il tuo privato. Si chiama revenge porn, ed è un reato”. Alba Parietti ha rimarcato come la sola ad essere stata violentata nel profondo sia stata proprio la maestra che si prepara ad affrontare il processo che prenderà il via da domani.
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