Il caso dell’omicidio di Malcolm X è tornato a fare parlare di sé nei giorni scorsi per via della causa da 40 milioni di dollari intentata da Muhammad Aziz nei confronti della città di New York per “un famigerato crimine che non ha commesso”. Aziz era stato scagionato un anno fa dopo due decenni in carcere, in quanto accusato di aver commesso il delitto. Analoga denuncia è pervenuta da parte di Khalil Islam, deceduto ma condannato per lo stesso assassinio.
Gli avvocati di Aziz, scrive “Il Fatto Quotidiano” hanno sottolineato il peso di “convivere con le difficoltà e l’umiliazione che derivano dall’essere ingiustamente etichettato come un condannato per omicidio di uno dei leader dei diritti civili più importanti della storia (Malcolm X, ndr)”. Lo stesso Aziz ha diramato una nota: “Anche se non mi soffermo su come sarebbe stata la mia vita se questa parodia della giustizia non fosse mai avvenuta, il trauma profondo e duraturo che ha causato non può essere sottovalutato. Gli oltre 20 anni che ho trascorso in prigione sono stati rubati a me e alla mia famiglia, e mentre il verbale ufficiale ora riconosce la verità che è nota da decenni, non si può annullare il danno che la mia condanna ingiusta ha causato a tutti noi. Coloro che sono responsabili di avermi privato della mia libertà e di aver privato la mia famiglia di un marito, un padre e un nonno dovrebbero essere ritenuti responsabili”.
MALCOLM X, LA NOTA DELL’INNOCENCE PROJECT SUI CASI MUHAMMAD AZIZ E KHALIL ISLAM
Anche l’Innocence Project, organizzazione no-profit che promuove la revisione di casi giudiziari relativi a persone ingiustamente condannate, ha diffuso un comunicato, che recita: “Un’indagine congiunta ha portato alla luce nuove prove dell’innocenza di Muhammad Aziz e Khalil Islam, compresi alcuni documenti Fbi che erano stati trattenuti dalla difesa e dall’accusa”.
Ricordiamo che Malcolm X, che lottò per i diritti civili degli afroamericani, venne ucciso nel 1965 in occasione di un discorso tenutosi a Manhattan. Oltre ad Aziz e Islam, un altro uomo venne giudicato colpevole: si tratta di Thomas Hagan, che confessò di avere premuto il grilletto.