Tammy Ireson, una mamma di 39 anni, aveva atteso per 20 anni un bambino e proprio nelle ultime ore ha dovuto dire addio Wilber. L’immagine dello straziante addio è stata scattata dal padre del piccolo e pubblicata dal Mirror prima di fare il giro del mondo. Il bimbo era stato colto da un arresto cardiaco che gli aveva danneggiato gravemente il cervello. Alla madre è toccato l’arduo compito di interrompere il supporto vitale, non prima di averlo condotto in una stanza privata per quello che sarebbe stato il più straziante dei saluti. La donna, nell’attraversare il corridoio dell’ospedale, come immortalata nello scatto, ha commentato: “Per la prima volta dalla nascita di Wilber, sono stata in grado di portarlo a fare una passeggiata. Ma mentre mi spostavo lungo il corridoio con Wilber tra le braccia, mi sono resa conto che sarebbe stata la nostra ultima volta”. Wilber anche dopo la sua morte continua a far parte attivamente della vita di Tammy. In un orsacchiotto può udire la registrazione del battito cardiaco del piccolo, mentre le sue ceneri le porta sempre con sè. Il bimbo tanto desiderato, nacque nel maggio 2018 con una rara mutazione genetica che gli aveva causato una malattia che aveva colpito i muscoli usati per il movimento. Dalla nascita non era in grado di muoversi o respirare senza aiuto ed era sottoposto a cure 24 ore su 24.
MAMMA DICE ADDIO A FIGLIO: LA SUA NASCITA ERA STATO UN MIRACOLO
Quando i medici si resero conto, alla 20esima settimana, che qualcosa non andava nel bimbo che Tammy portava in grembo, le fu chiesto ripetutamente se volesse interrompere quella gravidanza, “ma ho detto di no ogni volta. Lo amavo già così tanto”, ha dichiarato la madre. Pur non desiderando per nulla al mondo farlo soffrire, la donna sperava che sarebbe stato possibile, un giorno, portarlo a casa. Undici settimane dopo la sua nascita però, Wilber fu colto da un arresto cardiaco che lo lasciò a lungo senza ossigeno danneggiando irrimediabilmente il suo cervello. Prima di questa svolta drammatica, Tammy ricorda: “Nelle settimane successive all’arrivo di Wilber, abbiamo creato un bellissimo legame e ho conosciuto la sua forte personalità. L’ho amato così tanto e ho potuto sentire quanto mi amasse”. Il suo arrivo fu una sorta di miracolo nonostante la donna soffrire di endometriosi, tra le principali cause di infertilità. Alla ventesima settimana di gravidanza emersero i primi sospetti ma la futura madre si rifiutò di fare un’amniocentesi, poichè certa che avrebbe accettato il piccolo a prescindere dalla diagnosi. “Ad ogni appuntamento successivo, mi è stato chiesto se volevo interrompere, ma ho aspettato anni per dare a mia figlia Zilanne un fratello e la vita dentro di me sembrava così preziosa”, ha dichiarato Tammy.
LO STRAZIANTE ADDIO
Wilber venne al mondo alla 32esima settimana dopo un taglio cesareo di emergenza in una situazione molto critica. Sin da subito il piccolo fu portato in terapia intensiva per via di gravi problemi di respirazione. “Non sapevamo se sarebbe riuscito a superare la prima notte, ma ci è riuscito. Le infermiere mi hanno consigliato di non disturbarlo con un contatto fisico eccessivo, ma potevo dire che il mio tocco gli dava conforto”, ha dichiarato la madre. Con il passare dei giorni divenne più forte e anche il legame con la madre lo divenne. Dai test genetici emerse che il piccolo soffriva di una mutazione del gene RYR1 e la madre creò una pagina Instagram per cercare di mettersi in contatto con altre famiglie che vivessero la stessa condizione. Quando era pronta a portare per la prima volta a casa il suo bambino, Wilber fu colto da arresto cardiaco: “nel momento in cui ha aperto gli occhi, ho capito che il mio bambino se n’era andato”, ha spiegato la mamma, che ha visto svanire da quel momento e per sempre una connessione con il figlio. Dopo due settimane i medici confermarono il danno irreversibile. Riconoscendo il dolore fisico e psicologico che questo avrebbe portato al suo bambino, alla fine Tammy ha scelto di interrompere il supporto vitale. E proprio in quei drammatici momenti ha voluto fortemente immortalare tutto: “Avevamo concordato in anticipo di scattare quante più immagini possibile perché anche se quei momenti sarebbero stati così dolorosi da rivisitare, non avere immagini di ogni prezioso ultimo minuto con nostro figlio sarebbe stato infinitamente peggio”. “Mi manca così tanto Wilber e non passa un’ora quando non penso a come potrebbe essere il nostro futuro con lui. Ma sono così grato per le 13 settimane e due giorni che ho sentito il calore del mio ragazzo”, ha dichiarato la donna che ora sogna di poter avere un altro figlio.