La storia che arriva dal Connecticut ha del paradossale ma rappresenta una possibilità sempre più “presente” nelle realtà di certe società “aperte” e “liberal” come quella americana e anglosassone: «non volevo più vivere tra mille bugie», spiega così la sua esperienza Bruce Downe dopo il coming out fatto a seguito di 23 anni di matrimonio con la ormai ex moglie. La storia arriva dagli States ma viene raccontata oggi dal Messaggero con diversi punti di possibili discussione che potrebbero nascere tra temi etici, bisogni educativi e drammi familiari: lui, padre, ora uscito allo scoperto come omosessuale. Lei, moglie, già da tempo dichiaratasi lesbica dopo aver tradito il marito durante il matrimonio; ma non è finita, c’è anche l’altro, ovvero il figlio più piccolo della coppia “neo-arcobaleno” che di recente pare abbia fatto anche lui il suo coming out. La storia arriva ovviamente dalla Pride Parade avvenuta a New York City negli scorsi giorni con inevitabili “spunti” che possono essere tratti specie dopo l’affermazione fatta da Bruce «Ora siamo liberi e felici perché siano noi stessi. Abbracciare suo figlio alla sfilata è stato qualcosa di unico».
LA FAMIGLIA ARCOBALENO È PIÙ LIBERA?
È stato il figlio, raccontando di aver scoperto la sua identità sessuale man mano che cresceva, ad aver dato la “forza” al padre di rivelare anche lui il suo diverso orientamento: «Lo sapevo già prima che me lo dicesse», ha detto il figlio Tyler, «è stato facile parlare con lui perché sapevo che avrebbe capito». Sono andati insieme alla sfilata del Gay Pride per manifestare il loro non più odio per loro stessi: questo è forse il tema più interessante di tutti, dove evitare i facili giudizi aiuterebbe ad affrontare più seriamente i drammi di alcune persone che si sentono costrette dentro uno schema per anni e vogliono invece “gridare” a tutti il loro cambiamento. «Oggi festeggio con la mia comunità. Mi fa sentire così orgoglioso», ha raccontato ancora Bruce assieme al figlio Tyler. Cosa permette però di potersi dire “liberi”? Deve per forza esserci una contrapposizione tra famiglie più o meno libere? Dentro la dinamica di una madre omosessuale e di un padre che si riscopre tale anni dopo, come può crescere un figlio all’interno del suo personale percorso di identità e conoscenza di se stesso? Sono tante le domande, non tutte con una risposta “netta” che scaturiscono da una storia del genere (e ve ne sono sicuramente altre): prenderne coscienza e non bollare tutto subito come un “già saputo” potrebbe essere l’inizio di una maggiore “libertà” quanto meno di osservazione.