Il Mar Baltico è inquinato a causa delle quattro esplosioni avvenute a settembre ai gasdotti sottomarini Nord Stream 1 e 2, vicino all’isola danese di Bornholm, e adesso la riproduzione dei merluzzi è a rischio. I pesci in questione, infatti, erano soliti depositare le proprie uova in quella zona. Adesso che l’ambiente marino è fortemente danneggiato, come riportato da Green Report, tuttavia, ciò non potrà presumibilmente accadere. Lo studio “Environmental impact of sabotage of the Nord Stream pipelines”, pubblicato su Research Square da un team internazionale dell’Aarhus Universitet, ha confermato che “la rottura dei gasdotti ha provocato la risospensione di 250.000 tonnellate di sedimenti fortemente contaminati dal bacino sedimentario di acque profonde per oltre una settimana, con conseguenti rischi inaccettabili per i pesci e altri biota in 11 km3 di acqua per più di un mese”.
L’impatto, a livello scientifico, non è stato ancora definito nei dettagli, ma la sensazione è che sarà drammatico. “L’effetto a lungo termine più probabile sui pesci sarebbe l’interruzione del sistema endocrino dovuta all’esposizione al TBT. L’esposizione al piombo (Pb) nei pesci può indurre stress ossidativo, influenzare le funzioni biochimiche e fisiologiche tra cui interrompere i neurotrasmettitori causando neurotossicità e interruzioni del sistema immunitario. Il carico contaminante derivante dalla risospensione dei sedimenti da parte di questo evento probabilmente aggiunge ulteriore pressione su quelli già esistenti, sottoponendo, ad esempio, lo stock di merluzzo del Baltico a ulteriore stress”.
Mar Baltico inquinato, a rischio riproduzione di merluzzi: danni anche alla rara focena comune
I merluzzi, tuttavia, non potrebbero essere gli unici esemplari a rischio a causa del Mar Baltico inquinato dalle esplosioni dei gasdotti sottomarini Nord Stream 1 e 2. Un altro animale fortemente danneggiato è la rara focena comune, la cui popolazione è ridotta a circa 500 individui. “Durante la stagione riproduttiva (maggio-ottobre), questa popolazione si raduna intorno ai banchi Hoburgs e Midsjö nelle acque territoriali svedesi, situate a circa 40 km a est delle esplosioni più settentrionali. E’ quindi probabile che individui di questa popolazione fossero presenti nell’area alla fine di settembre e quindi potrebbero essere stati colpiti. Sebbene la bassa densità di focene significhi che il numero di individui colpiti è stato probabilmente basso, la popolazione è così piccola che la perdita o il ferimento grave anche di un solo animale, specialmente se una femmina adulta, può avere un impatto sulla popolazione”, dicono i ricercatori.
I primi effetti si sono già visti. “Foche e focene entro un raggio di quattro km sarebbero state ad alto rischio di essere uccise dall’onda d’urto, mentre ci si aspetterebbe un impatto temporaneo sul loro udito fino a 50 km di distanza. Poiché la popolazione di focene del Mar Baltico (Phocoena phocoena) è in grave pericolo di estinzione, la perdita o il ferimento grave anche di un solo individuo è considerato un impatto significativo sulla popolazione”.