Il processo per la morte di Diego Maradona è finalmente iniziato, portando alla luce una verità che da troppo tempo è rimasta sepolta nel dolore e nei misteri. Dopo quasi quattro anni, la giustizia cerca di fare il suo corso, ma le emozioni sono ancora troppo forti. Dentro e fuori il tribunale, l’atmosfera è carica di tensione, mentre le accuse di omicidio con dolo eventuale nei confronti dello staff medico del Pibe fanno esplodere il rancore accumulato.
Morte Maradona: un’anziana signora grida dal tribunale: “Assassini!”
Fuori dal tribunale di San Isidro, un’anziana signora urla senza sosta “Assassini, assassini!” mentre, al primo piano, il procuratore Patricio Ferrari dà il via all’arringa con una scena da telenovela argentina. Ha in mano la foto di Diego Maradona scattata pochi istanti dopo la sua morte: lo vediamo sdraiato su un letto, mezzo nudo, con la pancia gonfia, un’immagine che lascia senza fiato. In sala, le figlie Dalma e Gianinna scoppiano in un pianto disperato.
Sono passati quasi quattro anni dalla morte del Pibe, ma la ferita è ancora aperta. Maradona se n’è andato il 25 novembre 2020, a soli 60 anni, per una crisi cardio-respiratoria. Era stato operato pochi giorni prima per un ematoma cerebrale, e ora il suo ricovero in una casa di Tigre viene descritto dal procuratore come “la casa degli orrori”.
Maradona: l’inizio di un processo che potrebbe cambiare tutto
Sul banco degli imputati c’è l’intero staff medico che si occupava della sua salute: sette persone accusate di “omicidio con dolo eventuale“, con pene che vanno da 8 a 25 anni. Tra di loro, il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e altri professionisti. L’atmosfera dentro e fuori il tribunale è tesa, con una folla che cresce man mano che passano le ore, mentre la polizia cerca di mantenere l’ordine. Le emozioni esplodono: l’ex moglie di Maradona, Veronica Ojeda, madre del piccolo Diego Fernando, esplode in lacrime e, di fronte alla Cosachov, le urla “Assassina, guardami in faccia!”.
Il procuratore Ferrari non ha dubbi: le condizioni di Maradona erano evidenti, chiunque tra gli imputati ne avesse sottovalutato la gravità sta mentendo. Il 25 novembre 2020, dice, “gli imputati hanno deliberatamente e crudelmente deciso che morisse”. Siamo solo all’inizio di una lunga legale, che non si fermerà nemmeno dopo il processo, con il contenzioso sull’eredità battaglia di Diego che promette di durare ancora a lungo. Ma c’è una cosa che, purtroppo, è certa: Diego Maradona è morto solo, e quel dolore, quella solitudine, è difficile da dimenticare.