Tra i tanti personaggi singolari e misteriosi che sono gravitati attorno al delitto di Garlasco, sicuramente Marco Muschitta è tra quelli più degni di attenzione, e non a caso proprio questa sera di lui tornerà a parlare la trasmissione Lo Stato delle Cose, con un approfondimento dedicato all’omicidio di Chiara Poggi che ci porterà a recuperare tutte quelle pseudo-piste – largamente indiziarie – che negli anni sono finite più volte al vaglio dei media: proprio Marco Muschitta, infatti, fu tra gli artefici di una di queste piste alternative, che puntava i riflettori sulle figure di Paola e Stefania Cappa, ovvero le sorelle gemelle, cugine di Chiara Poggi, che mai sono state iscritte nel registro degli indagati.
Partendo proprio dal principio, è bene ricordare che Marco Muschitta – ex dipendente della Servizi Ambientali Spa, che nel frattempo sembra essere sparito dai radar – nel settembre del 2007 si presentò spontaneamente in procura: agli inquirenti raccontò che il giorno del delitto di Garlasco vide, su via Pavia, grosso modo all’altezza dell’abitazione dei Poggi, “una bicicletta (…) che procedeva a zig zag”, guidata da una “ragazza con i capelli biondi a caschetto” che indossava occhiali da sole a mascherina e “scarpe bianche con una stella blu”.
Marco Muschitta: cosa raccontò agli inquirenti sul delitto di Garlasco e perché ritrattò
Un avvistamento del tutto normale, verrebbe da dire, non fosse che lo stesso Marco Muschitta raccontò che quella ragazza bionda portava in mano “un piedistallo tipo da camino grigio canna di fucile con in testa tipo una pigna”, confermando anche poco dopo che la ragazza in bici era molto, molto simile a Stefania Cappa; mentre la ragione che rende tutto misterioso è da ricercare circa un’ora più tardi rispetto alla chiusura del verbale, nel quale giurò di star dicendo la verità, ripetendolo anche più volte, così come fu messo a verbale.
Un’ora dopo, infatti, il verbale fu aperto una seconda volta con la sola aggiunta della precisazione da parte di Marco Muschitta che “mi sono inventato tutto quello che ho raccontato, sono uno stupido e mi dispiace, non volevo farvi perdere tempo”, tutto – peraltro – senza la controfirma da parte dell’indagato: da quel momento, Marco Muschitta sparì nel nulla e non rilasciò più alcun tipo di commento sul tema; mentre ad aggiungere complessità al mistero c’è anche il fatto che la moglie dell’uomo confermò a sua volta il medesimo racconto (fattole ovviamente dal marito) nei minimi dettagli, così come lo stesso fece un collega, che parlò anche di una non meglio precisata “paura” di Muschitta che lo portò a ritrattare quanto raccontato.