Franco coppi, avvocato della famiglia di Marco Vannini, è stato uno dei principali artefici del ribaltamento della sentenza d’appello nei confronti della famiglia Ciontoli in Cassazione. Intervistato da Quarto Grado, il “principe del foro” ha ribadito l’importanza di attendere le motivazioni dei togati, ma ha precisato come a suo avviso si configuri per Antonio Ciontoli il reato di dolo eventuale, che esiste “tutte le volte in cui un soggetto abbia agito senza avere la certezza che l’evento non si sarebbe verificato”. Il riferimento è ovviamente al colpo di pistola che ha ucciso Marco Vannini: “Il Ciontoli non può non essersi reso conto della gravità di quello che era accaduto e nel momento in cui per parecchio tempo ha rallentato e addirittura sviato le possibilità di intervento inevitabilmente si è assunto le responsabilità della sua condotta”. Ma quanto rischia ora Antonio Ciontoli? “In primo grado è stato condannato a 14 anni, sulla misura della pena non c’è stato appello e quindi questo è il limite che non potrà essere superato, sempre che il giudice di rinvio ritenga che abbia agito con dolo eventuale. Per i familiari si rigioca tutto perché la loro posizione è suscettibile di varie valutazioni”. (agg. di Dario D’Angelo)
OMICIDIO VANNINI: LE PAROLE DI BONAFEDE
Ad una settimana dalla sentenza in Cassazione che ha di fatto “riaperto” il caso Vannini, interviene duramente il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel merito delle indagini condotte fin dall’inizio della tragica morte del bagnino di Ladispoli. Il Guardasigilli ha avvitato un’azione disciplinare contro Alessandra D’Amore, la pm di Civitavecchia che fu titolare dell’inchiesta: «indagini superficiali hanno danneggiato i parenti della vittima», attacca Bonafede. Secondo quanto riporta il Messaggero, il board del Ministro ha valutato come superficiali le indagini sulla morte di Marco ad esempio non sequestrando la villa dove si consumò il delitto. Ma non solo: «Non venne neppure usato il luminol per evidenziare la presenza di eventuali tracce ematiche sulla scena del crimine», sottolineano i colleghi del Messaggero su fonti del Ministero della Giustizia, aggiungendo poi il dettaglio in merito ai carabinieri che non sentirono fin da subito tutti i vicini di casa dei Ciontoli. In vista del nuovo processo di Appello che procederà dopo la sentenza della Cassazione, il pm D’Amore ha già richiesto di poter essere ascoltata dai giudici per esporre la propria posizione. (agg. di Niccolò Magnani)
OMICIDIO VANNINI: ORA COSA SUCCEDE?
Nel nuovo appuntamento con la trasmissione Quarto Grado, sarà ripercorso la vicenda legata all’omicidio di Marco Vannini, a una settimana esatta dalla sentenza di Cassazione che ha stabilito un nuovo processo d’Appello a carico di tutti i membri della famiglia Ciontoli. I giudici del terzo grado avevano accolto la richiesta della Procura generale annullando il precedente Appello nel quale Antonio Ciontoli, principale imputato, era stato condannato ad appena cinque anni con l’accusa di omicidio colposo. Fu lui, come ammesso, a premere il grilletto esplodendo il colpo che ferì mortalmente il giovane di Cerveteri. Per il Pg, tuttavia, si trattò di omicidio volontario. Adesso sarà tutto da rifare e ripartirà con un nuovo Appello nel quale la famiglia di Marco Vannini spera di poter ottenere la giustizia che il giovane ventenne, ucciso nella notte tra il 17 ed il 18 maggio 2015, merita. Marina Conte, madre di Marco, dopo la sentenza della Cassazione proprio ai microfoni del programma Quarto Grado aveva commentato: “Ero preoccupata. Avevo paura, dopo due delusioni che avevano lasciato l’amaro in bocca. Appena saputo (l’esito della nuova sentenza, ndr), ho urlato per il dolore”.
MARCO VANNINI, SENTENZA CASSAZIONE “UN MIRACOLO”
La famiglia di Marco Vannini era arrivata al giorno della sentenza della Cassazione ormai senza speranza, dopo i due precedenti processi in qualche modo conclusasi in favore dei Ciontoli. Anche per questo, ha spiegato mamma Marina a Fanpage.it, “Speravo ci fosse un miracolo, però dentro di me avevo tanta paura. E più ci avvicinavamo al giorno della sentenza e più avevo paura, mi tremavano le gambe”. Valerio, il papà di Marco, era più realistico: “Mi sono sforzato a non pretendere nessun risultato per forza, per non dovere star male”, ha commentato. La famiglia del giovane bagnino ucciso è stata travolta dall’affetto dell’Italia intera e non solo. “Tutta questa gente mi ha dato la forza per affrontare la giornata”, ha spiegato la madre che ha atteso fiduciosa la sentenza. La donna ricorda ancora con grande emozione il momento in cui il nipote, uscito dall’aula del tribunale, ha riferito loro che tutti i Ciontoli saranno chiamati a tornare davanti al giudice per un nuovo Appello. “In cassazione è accaduto il miracolo, questi giudici hanno letto le carte e hanno saputo dare un’interpretazione giusta”, è stato il commento della madre di Marco.
L’AFFETTO DELL’ITALIA E NON SOLO
Marco Vannini in questi anni è diventato un po’ il figlio, il nipote e il fratello di tutti. La sua famiglia è stata travolta da un affetto immenso che ha dato loro la forza di continuare a lottare fino alla fine. Anche per questo, nei giorni scorsi, la madre ed il padre del giovane bagnino ucciso con un colpo di pistola hanno deciso di ringraziare l’Italia intera nel corso della trasmissione Chi l’ha visto, che insieme a Quarto Grado si è occupata sin dall’inizio del drammatico caso. “Grazie a tutte le persone che ci hanno circondato e che ci sono state vicine”, ha dichiarato Marina, commossa. “Ho percepito il calore e l’affetto dalle persone che ci sono state accanto in questa battaglia. Ho detto che adesso potevo portare i fiori a Marco e il giorno dopo ho ricevuto tantissimi mazzi di fiori”. E proprio il “mazzo di fiori della giustizia” ha deciso di portare al suo Marco, in attesa del nuovo Appello che vedrà il ritorno in aula di tutti i Ciontoli. “Marco è figlio nostro ma è stato adottato da tutta Italia”, ha chiosato la madre.