Marco Vannini, 10 anni fa l'omicidio che sconvolse l'Italia: l'intera famiglia Ciontoli in carcere dopo un'odissea giudiziaria e e un mare di bugie...
Sono trascorsi 10 anni esatti dalla morte di Marco Vannini, ucciso a 20 anni a casa della fidanzata Martina Ciontoli, a Ladispoli, la notte tra il 17 e il 18 maggio 2015. Un omicidio sconvolgente che ha visto l’intera famiglia della ragazza, lei compresa, finire in carcere dopo un lungo iter giudiziario e una serie incessante di bugie tra interrogatori e banco degli imputati.
Oggi sono in cella, condannati in via definitiva a pene diverse, Antonio Ciontoli, allora suocero di Marco Vannini, la moglie dell’uomo, Maria Pezzillo, e i due figli della coppia, Martina, appunto, e Federico Ciontoli. Tutti, secondo la giustizia italiana, contribuirono a vario titolo al terribile epilogo che vide Marco Vannini morire in preda a un’atroce agonia di 110 minuti dopo il ferimento con un’arma da fuoco avvenuto all’interno dell’abitazione. “Tutti potevano dire la verità – ha commentato la madre della vittima, Marina Conte, nel ricordare il suo unico figlio –, ma nessuno di loro lo ha fatto. Ancora oggi ci chiediamo cosa è successo davvero tra quelle mura…“.
Marco Vannini, i genitori dopo la condanna della famiglia Ciontoli: “Noi all’ergastolo. La nostra non è più vita, ma sopravvivenza”
I genitori di Marco, Marina e Valerio Vannini, si sono battuti per anni per dare giustizia al figlio e arrivare alla verità mentre la famiglia Ciontoli, fin dalle prime battute della vicenda, cercava di trovare una via d’uscita per scampare al banco degli imputati e alla condanna. Bugie dopo bugie, Antonio Ciontoli, sua moglie e i due figli Federico e Martina hanno cercato di portare avanti una versione densa di contraddizioni e omissioni, a partire dalle menzogne dette al 118 nella telefonata, tardiva, di richiesta di soccorso dopo che il 20enne era stato ferito con un colpo di pistola esploso dall’arma dell’uomo.
“Siamo convinti – ha ribadito la mamma di Marco Vannini ai microfoni di Fanpage – che la verità processuale non è la verità storica. Ancora oggi non sappiamo cosa sia realmente accaduto in quella casa, nessuno di loro ha detto il vero. L’ergastolo è il nostro. La nostra non è più vita, ma sopravvivenza“.
Marco Vannini ucciso a casa della famiglia Ciontoli nel 2015: le condanne
Le condanne per l’omicidio di Marco Vannini sono arrivate in via definitiva dopo 6 anni di indagini e processi. Alla sbarra l’intera famiglia Ciontoli, portatrice di una versione ritenuta dl tutto inattendibile dall’accusa. Il primo grado di giudizio sfociò in una condanna a 14 anni di carcere per omicidio volontario a carico di Antonio Ciontoli, 3 anni alla moglie Maria Pezzillo e ai figli, Federico e Martina Ciontoli, tutti ritenuti responsabili di omicidio colposo.
In appello, la pena fu così ridotta: per Antonio Ciontoli 5 anni di reclusione perché reato derubricato da omicidio volontario a colposo; furono invece confermate le pene a carico degli altri imputati. La Cassazione però dispose l’annullamento con rinvio ad appello bis, sollecitando il riconoscimento del capo di imputazione più grave, cioè l’omicidio volontario. Ne scaturiro condanne – poi confermate dalla Suprema Corte nel 2021 – a 14 anni per Antonio Ciontoli, riconosciuto il dolo eventuale, e a 9 anni e 4 mesi a carico di moglie e figli per concorso anomalo in omicidio volontario.