A La Vita in Diretta su Rai Uno, la figlia di Maria Antonietta Rositano, e il padre Carlo, per commentare a caldo la sentenza che ha visto Ciro Russo condannato a 18 anni dopo aver dato fuoco alla sua ex. “Mio padre deve pagare per quello che ha fatto – le parole della figlia Emy su Rai Uno – c’era l’inferno in casa, non è stato facile convivere e vivere con un uomo violento e non è stato facile accettare che lui abbia ucciso mia madre e abbia ucciso il mio cagnolino. Siamo soddisfatti della sentenza e speriamo che mamma si riprenda. Mio padre fino all’ultimo è sempre stato spavaldo, non mi aspettavo pentimento ma nemmeno quello sguardo, mi guardava con aria di sfida in tribunale. Mamma ancora non sa della sentenza perchè è in ospedale per le medicazioni, spero si sollevi un po’”. Così invece il padre della donna: “Fece una prima denuncia il 20 dicembre, ma in caserma non la trovavano. Sono andato dai carabinieri e ad un certo punto quando ci stavamo salutando con il maresciallo, questi ha l’ha trovava con un fogliettino con scritto “Da consegnare con calma” – fanno sapere a La Vita in Diretta, cosa che noi apprendiamo e pubblichiamo – Mentre ero nella stazione dei carabinieri – ha aggiunto ancora il padre – mi arrivò la chiamata che Ciro stava ancora menando ancora Maria Antonietta; dico ai carabinieri di intervenire, ma loro mi dicono che non possono uscire senza una chiamata. A quel punto, arrabbiato, esco dalla caserma e chiamo, e loro sono intervenuti ed hanno portato in questura Ciro. Ciro è un figlio – conclude il padre – che ha perso la strada che si è lasciato andare, è un criminale ma non gioisco alla sentenza di oggi, conosco le sofferenze di mia figlia. Ora bisogna ripartire da zero e capire che fine hanno fatto le denunce. Chiedo poi cos’hanno fatto i carabinieri quando il padre di Ciro Russo denunciò la fuga da Ercolano”. La Vita in Diretta aveva intervistato Maria Antonietta prima della sentenza, che ha spiegato: “Come fa un uomo a fare una cosa del genere ad un altro uomo? Non mi dimenticherò mai la sua faccia quando mi gettava addosso la benzina, come se mi stesse dando una rosa. Provo dispiacere per lui non ci sono vinti ne vincitori, non è una battaglia, questa era la vita della nostra famiglia. Perchè mi hai fatto tutto questo gli chiederei, perchè un metodo così crudele?”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MARIA ANTONIETTA ROSITANI, 18 ANNI A CIRO RUSSO, EX MARITO LE DIEDE FUOCO: CONDANNATO
Ciro Russo è stato condannato a 18 anni di carcere per il tentato omicidio dell’ex moglie Maria Antonietta Rositani. Il gup Valerio Trovato nell’aula bunker di Reggio Calabria ha emesso oggi la sentenza nei confronti del 43enne che il 13 marzo 2019 diede fuoco alla donna dopo averla speronata. La Procura aveva chiesto 20 anni per l’uomo, che però non è stato ritenuto colpevole per l’uccisione con crudeltà del cagnolino che si trovava a bordo dell’auto data alle fiamme. Alla lettura della sentenza era presente la figlia della coppia, Annie Russo, che è sempre stata accanto alla madre. «Questa sentenza l’ha voluta lui. Sono amareggiata. Ha voluto tutto lui sin dall’inizio. Mia madre adesso è in sala operatoria e la informerò appena uscirà», ha dichiarato, come riportato dal Fatto Quotidiano. Il dolore della giovane si evince in maniera chiara dalle sue parole: «Lui ha rovinato la mia famiglia e ha rovinato mia madre. Ma non solo fisicamente. Ci ha lasciato una crepa nel cuore con la quale dovremmo convivere per sempre».
MARIA ANTONIETTA ROSITANI, EX MARITO CONDANNATO A 18 ANNI
Invece l’avvocato Alessandro Elia, che segue Maria Antonietta Rositani, ha dichiarato dopo la condanna: «Non resta che aspettare le motivazioni della sentenza». Intanto Ciro Russo non ha dato segni di pentimento. «È stato come al solito, tranquillo e spavaldo. Mi ha guardato sempre con aria di superiorità, con quegli occhi di sfida fino all’ultimo», ha dichiarato la figlia Annie. «Sembra che non abbia capito cosa ha commesso. In questo momento ho sentimenti contrastanti, ma sono anche sollevata grazie a questa condanna». Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri si è detto soddisfatto della sentenza: «È stata riconosciuta la fondatezza della nostra ricostruzione. Un fatto gravissimo che trova la giusta condanna». Per la storia giudiziaria di Reggio Calabria è una delle vicende più drammatiche e gravi. «Dall’inizio ha operato senza sosta prima alla ricerca del colpevole che si era allontanato e poi affinché quel gesto criminale venisse ricostruito puntualmente e sanzionato con la giusta severità», ha concluso Bombardieri.
Ciro Russo fu arrestato poche ore dopo il gesto. Detenuto all’epoca per maltrattamenti in famiglia, stava scontando i domiciliari a casa dei genitori ad Ercolano, in provincia di Napoli. Decise di evadere per uccidere l’ex moglie. Guidò per tutta la notte e la mattina arrivò a Reggio Calabria dove prima tamponò l’auto dell’ex moglie, poi versò addosso alla donna una tanica di benzina e appiccò l’incendio. A lungo Maria Antonietta Rositani ha lottato per sopravvivere, inoltre ha subito molti interventi chirurgici a causa delle ustioni.