Andrea Marchionni, il 47enne reo confesso dell’omicidio della cognata 40enne Marina Luzi a Fossombrone (Pesaro Urbino), avrebbe reso dichiarazioni deliranti in sede di interrogatorio per spiegare il movente del delitto. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, l’uomo, fermato poco dopo l’uccisione della donna avvenuta il 25 luglio scorso, avrebbe fornito la sua versione davanti al gip di Urbino che ha poi convalidato l’arresto.
Marchionni, accusato di aver ucciso Marina Luzi a colpi di pistola nell’abitazione della vittima, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver “puntato alla testa per non farla soffrire” e avrebbe aggiunto alla sua confessione alcuni elementi intrisi di complottismo. “Marina appartiene alla massoneria ed è, non lei sola, la causa del peggioramento delle mie condizioni fisiche. Loro, che si sono vaccinati contro il Covid, hanno contribuito ad aumentare i miei malesseri fisici. Da due anni mi perseguitano, e sono stanco. I motivi del mio gesto li trovate nel mio pc e in una chiavetta Usb“. Stralci delle dichiarazioni dell’indagato sono riportati dallo stesso quotidiano che cita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari.
Omicidio Marina Luzi, il cognato reo confesso Andrea Marchionni e i deliri su massoneria e vaccini anti-Covid
Nel corso della sua deposizione, Andrea Marchionni avrebbe parlato inoltre della sua prospettiva sulla pandemia e in particolare avrebbe avanzato deliranti frasi sui vaccini anti-Covid. A riportare alcuni passaggi delle dichiarazioni del 47enne attualmente indagato per l’omicidio della cognata Marina Luzi è ancora Il Resto del Carlino, secondo cui l’uomo avrebbe inoltre svelato il contenuto di un foglio manoscritto in cui sosterrebbe che “la massoneria è coinvolta nella vicenda Covid” e che “il vaccino contiene sostanze dannose per la salute, dispositivi elettronici talmente piccoli da non essere visti ad occhio nudo e che Marina Luzi insieme ad altre persone hanno operato per contagiarmi e procurarmi danni fisici con questi dispositivi che sono a tutti gli effetti armi biologiche“.
Il cognato di Marina Luzi, arrestato con l’accusa di aver commesso il delitto il 25 luglio scorso, avrebbe manifestato in più occasioni, prima dell’omicidio, una sorta di “delirio” relativamente all’idea di essere stato “contagiato” dalla donna. Secondo il gip di Urbino, riferisce ancora il quotidiano, Andrea Marchionni avrebbe “lucidamente approfittato” del fatto che la vittima fosse sola per armarsi di pistola e “spararle in fronte”. Lo stesso giudice per le indagini preliminari, nell’ordinanza di convalida dell’arresto, avrebbe evidenziato in capo all’indagato una “assoluta freddezza nel compiere un gesto così efferato e la totale incapacità di controllare pulsioni e istinti legati alla volontà di tutelarsi da presunte persecuzioni, anche a costo di sacrificare la vita di una giovane donna“.