Marino Bartoletti entra a gamba tesa nella vicenda della strage di El Paso, in Texas. Si sta facendo sempre più strada l’ipotesi che si tratti di un crimine di odio e che il 21enne arrestato sia un suprematista americano. Ed è su questo aspetto che si concentra il giornalista in un post su Instagram in cui sfoga tutto il suo disappunto per quanto accaduto. «Io che sono un uomo mite giuro che quando leggo di un “suprematista americano” bianco che fa una strage per difendere i “propri confini”, dissotterrerei tutti i #tomahawk e li ridarei ai pellirosse superstiti perché ne facessero buon uso». Il riferimento è all’ascia da battaglia, anche se in realtà è un’accetta, usata dai Nativi americani. Evidente la critica di Marino Bartoletti al “potere bianco”, così come viene alternativamente chiamato il suprematismo bianco. Questo movimento ideologico è infatti basato sull’idea che gli uomini bianchi siano superiori agli altri gruppi razziali. Ma soprattutto alla difesa dei confini, visto che la storia non dimentica il genocidio dei nativi americani.
MARINO BARTOLETTI SU STRAGE EL PASO E “SUPREMATISMO AMERICANO”
Gli studi sociologici hanno individuato un rapporto tra il suprematismo bianco e la diffusine dei crimini d’odio, eppure il presidente Donald Trump solo dopo la strage di Charlottesville, e con grande riluttanza, ha pronunciato parole nette di condanna. La strage di El Paso comunque ha colpito anche l’opinione pubblica italiana. E Marino Bartoletti ha espresso tutta la sua rabbia, condivisa peraltro da molte persone, anche note. Il suo post su Instagram ha infatti ricevuto il “like” del commissario tecnico della Nazionale italiana Roberto Mancini. Ma il giornalista ha anche interagito con chi ha commentato il suo post. «Ma uno così agghindato in un parcheggio non lo nota nessuno?», si è chiesto un utente. E Marino Bartoletti ha replicato: «Ma no, in fondo che c’era di strano? Tutto regolare: cappellino, mitra…». Il post comunque ha raccolto i consensi dei suoi followers, come dimostrano i commenti sotto al post.