Mario Cipollini non calunniò Ivano Fanini: l’ex ciclista è stato assolto dall’accusa che gli aveva mosso il suo ex patron, trascinandolo in tribunale con una causa. Ma per il giudice Peter Michaeler di Verona “il fatto non costituisce reato” e lo ha stabilito con una sentenza emessa lunedì, le cui motivazioni saranno pubblicate entro 15 giorni.
Dunque, non è stata accolta la linea dell’accusa, che aveva chiesto una condanna a 2 anni di carcere. Era stata questa la richiesta di condanna del pm Eugenia Bertini. Lo scontro si è consumato intrecciando i rapporti personali alle accuse giudiziarie. I due avevano un rapporto stretto negli anni Novanta, infatti Fanini fu uno dei primi a credere nel talento di Mario Cipollini.
Un legame così forte si è deteriorato negli anni sfociando in un lungo contenzioso legale, che potrebbe essere finito oggi, a meno che l’ex patron non decida di procedere col ricorso in appello.
LA BATTAGLIA GIUDIZIARIA
Risale al 2017 la denuncia contro Fanini, accusato di averlo minacciato di diffondere notizie sull’uso di sostanze dopanti durante la sua carriera agonistica per essere pagato in seguito a una sentenza di Lucca riguardante contratti di sponsorizzazione non rispettati. La denuncia di Mario Cipollini, però, venne archiviata l’anno dopo, quindi Fanini lo denunciò a sua volta per calunnia.
Stando a quanto ricostruito dal Tirreno, il legale di parte civile aveva chiesto 70mila euro come risarcimento danni, con 30mila euro di provvisionale. Ma il legale di Mario Cipollini è riuscito a ottenerne l’assoluzione.
“TRA MARIO CIPOLLINI E IVANO FANINI UN PAREGGIO”
L’avvocato Fiorenzo Alessi, di parte civile, ha segnalato che il reato va in prescrizione a luglio, e il ricorso in appello va valutato, perché valido solo in casi limitati. Quindi, dopo le valutazioni si valuterà l’eventuale ricorso. Il legale ha definito l’esito del processo un pareggio, perché l’accusa di tentata estorsione contro Ivano Fanini è stata archiviata “senza nemmeno andare in giudizio“, invece per Mario Cipollini, difeso dall’avvocato Giuseppe Napoleone, c’è stato il processo, che si è concluso con l’assoluzione.
Durante il processo avrebbe dimostrato l’infondatezza delle accusa e che l’ex corridore non voleva incolparlo di tentata estorsione, bensì segnalare una serie di fatti da far valutare alla magistratura. L’assoluzione con formula piena, secondo l’avvocato Napoleone, “dimostra l’infondatezza delle accuse mosse nei confronti del mio assistito“.