Mario Cipollini rischia una condanna a 2 anni di carcere per calunnia: è questa la richiesta fatta dalla procura di Verona per una vicenda di un’estorsione inesistente. La vicenda riguarda le accuse mosse dall’ex campione del mondo di ciclismo nei confronti di Ivano Fanini, suo mentore. Questi gli avrebbe detto che avrebbe potuto diffondere delle notizie sull’uso di sostanze dopanti durante l’attività agonistica del ciclista per ottenere un pagamento in cambio del suo silenzio. Fanini avrebbe fatto riferimento a una sentenza del 2009, con la quale il giudice civile di Lucca aveva condannato Cipollini al pagamento di 36mila euro in riferimento ad alcuni contratti di sponsorizzazione che non erano stati rispettati.
Il velocista decise di sporgere per questo denuncia di tentata estorsione contro il suo mentore, ma il caso è naufragato nel 2018, quando è stato archiviato il fascicolo dopo la richiesta della procura. Alla luce di ciò, Fanini ha sporto a sua volta denuncia nei confronti di Mario Cipollini, accusandolo di calunnia. Per la pm Eugenia Bertini quella denuncia di 8 anni fa sarebbe caratterizzata da diverse omissioni, tra cui il mancato inserimento di quella sentenza, motivo per il quale la richiesta avanzata dal mentore non era un’estorsione, ma aveva un presupposto serio.
CASO MARIO CIPOLLINI, CHIESTO ANCHE RISARCIMENTO
La pm, dunque, ha sottolineato come nella denuncia di Mario Cipollini non ci sia alcun cenno ai rapporti professionali con l’ex presidente di Amore e Vita, la squadra in cui correva il ciclista, quindi dalla querela sembrava che Fanini avesse avanzato delle pretese economiche con motivazioni inconsistenti.
Alla richiesta di condanna della procura si aggiunge quella del legale di parte civile al pagamento di un risarcimento di 70mila euro con una provvisionale di 30mila. Al termine dell’udienza, il difensore dell’ex campione di ciclismo ha precisato che da parte del suo assistito non c’è mai stata l’intenzione di accusare il suo mentore di tentata estorsione, aggiungendo che il giudice avrebbe dovuto valutare se indagare e rinviare a giudizio Fanini.
Dunque, per l’avvocato Giuseppe Napoleone non sono state mosse false accuse nei confronti del dirigente sportivo, motivo per il quale ritiene che Cipollini vada assolto. A tal proposito, la sentenza del giudice Peter Michaeler è prevista il 28 aprile, dopo le eventuali repliche di accusa e difesa. Per l’ex velocista non ha nulla da temere, visto che incombe la prescrizione. Il reato, infatti, si prescrive ad agosto.