NON SOLO COMPETITIVITÀ: L’AFFONDO DI MARIO DRAGHI CONTRO I VERTICI UE È A TUTTO TONDO
Le “tuonate” di Mario Draghi contro l’Unione Europea sono come gli avvertimenti degli esperti con l’avvicinarsi degli uragani: bollettini allarmanti iniziali ma dai toni ancora “deboli” che via via si intensificano con l’emergere delle problematiche e il grado di pericolosità dei vari disastri in avvicinamento. Fino a che, ad un certo punto, gli avvertimenti non servono più. Onde evitare quest’ultimo tragico epilogo, si fa molto più forte la voce dell’ex Presidente BCE, titolare del Report sulla Competitività che in teoria sarebbe alla base della “risposta” europea alla crisi della crescita – la cosiddetta “Bussola” di Ursula Von der Leyen lanciata a fine gennaio 2025.
Draghi dalle colonne del “Financial Times” scandisce nel dettaglio le mancanze strutturali che rendono l’UE ad oggi in netta difficoltà non solo per i dazi dell’Amministrazione Trump, ma proprio per una crisi interna che non sembra avere fine: il fatto che l’ex Premier italiano abbia usato parole così dure, dopo quelle invece più “soft” negli scorsi mesi, probabilmente fa capire il grado di “pericolosità” (gli alert degli uragani, ndr) che secondo Mario Draghi vi sarebbe dietro alle attuali risposte messe in campo dalla Commissione Ue di Von der Leyen “bis”. «È necessario un cambiamento radicale», sostiene l’ex BCE osservano la vulnerabilità del nostro Continente davanti alle sfide globali con Cina, USA, Russia e India. In primis la crescita, di pochissime percentuali, rispetto alla fine 2024: a ciò va aggiunta la politica aggressiva degli Stati Uniti con l’UE ormai come prossimo “mirino” già designato.
BARRIERE INTERNE, VINCOLI BUROCRATICI, NIENTE CRESCITA: “CI SIAMO FATTI I DAZI DA SOLI”
Sono due i fattori secondo Mario Draghi che avrebbero condotto l’Europa in tale scenario così drammatico dal punto di vista politico ed economico, e che potrebbero però essere anche gli strumenti per rilanciare di nuovo l’Eurozona qualora vi sia disposti ad un vero radicale cambiamento: in primis, «l’incapacità di lunga data dell’UE di affrontare i suoi vincoli di fornitura». Tradotto in parole semplici, sono la burocrazia di barriere interne e ostacoli normativi a rendere l’Europa tutt’altro che competitiva con gli altri partner mondiali.
Addirittura secondo Draghi, questi ostacoli sono molto più dannosi e nocivi di qualsiasi tariffa che Trump possa mai imporre, anche perché «i loro effetti dannosi stanno aumentando nel tempo». Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, queste barriere che l’Europa si è autoprodotta equivalgono a circa un dazio del 45% per la produzione e addirittura del 110% per i servizi: il bilancio è tragico secondo l’ex Premier, in quanto «il commercio tra i paesi dell’UE è inferiore alla metà del livello di commercio tra gli stati degli USA». Il secondo fattore dannoso sono le norme che hanno ostacolato la crescita della tecnologia europea: le riforme salutate con clamore come il GDPR a cui tutte le aziende tecnologiche e digitali devono conformarsi, rintuzza Draghi, hanno ridotto profitti delle imprese UE del 12%, impedendo inoltre di far progredire le parti più innovative dei servizi digitali.
Dipendenti dalla Cina, dagli Stati Uniti, incapaci di crescere da soli e con limiti di barriere normative ancora elevatissime: serve uscirne al più presto, chiosa Draghi sul FT in una memorabile “strigliata” a tutti i vertici europei. Tali regole, conclude, sono state ideati di fatto per proteggere i cittadini dai rischi delle nuove tecnologie, ma rimanendo invischiati in un’ideologia politica vetusta dove lo Stato nazionale era il centro di tutto. Secondo Mario Draghi invece tale impostazione politica e tecnologia (a cui va aggiunto tutto il suicidio del settore automotive con le normative green) non porta e non porterà a nessun benessere per i cittadini europei, così come per le finanze dei singoli Stati: serve un radicale cambiamento, lo ribadisce in lungo e in largo l’ex Presidente della Banca Centrale Europea. A Bruxelles avranno sentito, e sopratutto, compreso bene?