Sembra voler essere un chiaro avvertimento ai decisori politici nazionali e sovranazionali quello fatto da Mario Draghi in un breve scambio con Bloomberg Television in calce all’incontro Hsbc Global Investment che si è tenuto nelle ultime ore ad Hong Kong, mettendo in guardia i paesi europei sugli effetti potenzialmente dannosi della – di per sé positiva – corsa al riarmo della Germania che rischia di creare un netto dislivello tra i tedeschi e restanti partner europei su di una materia delicata – e sempre più importante – come la Difesa; il tutto condito anche da un breve ragionamento di Mario Draghi sui dazi che da mesi Donald Trump minaccia di imporre al vecchio continente e che dovrebbero entrare i vigore ad aprile.
Partendo proprio da qui, secondo Mario Draghi la scelta migliore che i decisori politici europei potrebbero attuare rispetti ai dazi statunitensi è quella di evitare di innescare una guerra tariffaria che finirebbe solamente per danneggiare gli interessi economici dei 27: l’Europa – ha spiegato l’ex premier – è molto più dipendente dalle importazioni e dalle esportazioni estere rispetto a realtà come gli stessi Stati Uniti e la Cina e in tal senso – ha ammonito – non dovrebbe essere considerato “nostro interesse costruire un muro tariffario”.
Mario Draghi: “L’Europa ora deve reagire al riarmo tedesco seguendone l’esempio”
Al di là del tema dei dazi, Mario Draghi ha parlato anche di difesa e corsa agli armamenti spiegando che la decisione di Donald Trump di ‘abbandonare’ l’Europa va vista come un chiaro monito del fatto che “non [abbiamo] più tempo” e che procedere serrati per evitare di farci trovare “indifesi”: una circostanza – quest’ultima – che non può certamente essere considerata positiva nell’attuale “clima” nel quale “abbiamo un nemico (..), la Russia”.
Proprio in tal senso secondo Mario Draghi la scelta della Germania di far cadere lo storico vincolo austero del limite al debito rappresenta “un punto di svolta” positivo ad evitare l’ipotetica sconfitta dell’Europa; ma al contempo la decisione tedesca deve essere “gestita correttamente” dai decisori politici europei perché il rischio è di arrivare ad uno scenario nel quale “la Germania si riarmerà mentre gli altri Paesi no“.