Amici, Sanremo Giovani e il primo album della carriera: un tris da capogiro, quello calato in appena tre anni da Martina Beltrami, cantante che nel 2019 si fece strada all’interno della scuola di Maria De Filippi, sino a guadagnare il meritato accesso al serale della trasmissione. L’artista piemontese, originaria di Rivoli, celebra quest’oggi, venerdì 25 marzo 2022, l’uscita di “Cara me”, suo disco d’esordio, pubblicato in digitale e in versione cd in un’edizione speciale e limitata, contenente anche un kit per realizzare magliette tie dye. Un traguardo che la cantautrice classe 2000 ha scelto di festeggiare insieme a “IlSussidiario.net”, a cui ha concesso un’intervista esclusiva.
Cosa sognava da bambina Martina Beltrami? La musica era nei suoi piani?
Martina Beltrami da bambina sognava di fare l’avvocato. Non c’entra niente con la musica, lo so, ma questo era il mio desiderio. Si può dire che fino alla fine delle elementari non ci sia stata la musica nella mia vita: né suonavo, né cantavo. Poi, in quinta elementare dissero ai genitori che sarebbe iniziato il corso di flauto dolce: quella sera ho pianto non so per quante ore, l’ho presa proprio male. A poco a poco, invece, mi sono innamorata del flauto dolce e ho cominciato a suonare anche il flauto traverso, il pianoforte e così via.
Senza tuo fratello Nicolò (fu lui a iscrivere al casting di Amici 2019 la sorella, ndr) che artista sarebbe oggi Martina Beltrami? I tuoi genitori hanno supportato la tua scelta professionale?
Senza mio fratello sarei comunque un’artista, ma non avrei avuto tutte le possibilità e le esperienze che ho vissuto, né il coraggio di fare determinati passi: per questo lo devo ringraziare tantissimo. Non c’è mai stato un momento in cui ho detto ai miei genitori di voler fare la cantante: mio fratello mi ha iscritto ad Amici e i miei hanno accolto tutto ciò che veniva. Era una situazione in continuo divenire, fino all’ultimo non si sapeva nulla e ha inevitabilmente travolto me e i miei. Loro mi sono stati dietro, hanno appoggiato ogni mia scelta e decisione. Vivere in un ambiente in cui i tuoi cari assecondano le tue decisioni e in un certo modo le finanziano anche è importante: mi reputo molto fortunata.
Durante il tuo percorso ad Amici hai dovuto far fronte a molte critiche. C’è chi ti ha accusato di avere un carattere poco malleabile, anche all’interno della scuola. Come hai vissuto quelle critiche e in cosa – se lo è – la Martina di oggi è diversa da quella di Amici?
Le cattiverie, più che le critiche, mi hanno veramente devastato in quel periodo. Mi ritrovavo da neo18enne in un programma televisivo. Avevo Instagram intasato, tutti parlavano improvvisamente di me: questo è bello, certo, ma ha anche i suoi risvolti negativi. Ho sofferto molto e credo che certe cose, se non vissute, non possano essere comprese. Ci sono state persone che mi hanno criticato e insultato basandosi sul nulla, se non che su uno spezzone di trasmissione tv. Serve anche avere la capacità di realizzare che si stanno scrivendo cose orribili contro dei ragazzini: se parlassero così di tuo figlio, di tuo fratello, di tuo nipote, come ci rimarresti?
Non dimentichiamo poi il body shaming, tema di cui tu stessa hai parlato e che hai vissuto anche durante la tua esperienza ad Amici. Qual è il rapporto oggi con il tuo corpo?
A parte all’inizio delle scuole superiori, non ho mai avuto un rapporto bruttissimo col mio corpo. Poi, con le critiche ricevute, mi sono venute duemila fisse mentali: è sempre una sfida rapportarsi con la propria immagine. Mi dà però fastidio pensare che il mio equilibrio sia stato intaccato da gente che non mi conosce e neppure sa nulla della mia vita e della mia persona. Alla fine, però, le cattiverie sono rimaste lì dov’erano: mi rubavano tante energie, che io invece avevo bisogno di impiegare per il mio lavoro. Non avevo più tempo né voglia di stare dietro a queste cose. Comunque, allo specchio mi ci guardo: a volte piango, a volte rido.
Ad Amici hai avuto un rapporto particolare con Gaia Gozzi: iniziato tra alti e bassi, poi si è evoluto in un’amicizia. Oggi siete amiche?
Con Gaia sono in ottimi rapporti, ci sentiamo spesso. Ovviamente abbiamo entrambe le nostre cose da fare, ma di tanto in tanto ci parliamo in videochiamata, ci raccontiamo i nostri percorsi e ci diamo consigli a vicenda. Lei è stata una delle persone più centrali del mio percorso ad Amici.
La tua esperienza ad Amici si è conclusa alla prima puntata del serale. Secondo te cosa ti ha penalizzato in quell’occasione?
Quella sera ho cantato male. L’emozione ha giocato un ruolo importante: non capivo proprio niente, era tutto troppo grande. Non ho fatto una delle mie esibizioni migliori, ecco, ma sono contenta ugualmente: evidentemente doveva andare così. Mi è dispiaciuto essere eliminata da Amici più che altro perché ho cantato bene per un anno in tutto il daytime e invece, all’esordio al serale, stecche come se non ci fosse un domani…
Una carriera in ascesa, ma nel 2020 la pandemia di Coronavirus ha messo i bastoni tra le ruote a tutti gli artisti: come ha vissuto Martina Beltrami quel periodo di microfoni spenti e palchi vuoti? E cosa ha alimentato la sua determinazione a proseguire con la musica?
Per me e per tutti i ragazzi che hanno fatto Amici insieme a me è stata una cosa bruttissima: siamo passati in un attimo dall’avere i riflettori puntati su di noi al buio totale. Ricordo che io sono arrivata a casa l’ultimo giorno in cui ci si potesse spostare. Sono stata catapultata da una situazione enorme a livello sociale e di scambi all’essere rinchiusa in casa. Mi ritengo fortunata a non essere caduta in una depressione pazzesca e questo lo devo a tutte le persone che mi hanno seguito e sono state con me. Ho impiegato quel periodo a fare musica e a fare dirette social, anche mentre cucinavo alle due di notte. Ci tenevamo tanta compagnia e ho riscoperto un’intraprendenza che non pensavo esistesse in me.
La Fede ha rivestito un ruolo determinante in tal senso?
Ci sono momenti in cui mi sento più vicina alla Fede, in altri meno. Non mi sento però molto vicina alla chiesa, intesa come luogo fisico. La mia è una Fede più intima: credo in qualcosa, ma questo si distacca molto dall’andare a pregare tutte le domeniche. In determinati momenti della vita, come ad esempio una brutta malattia, è rassicurante credere che esista qualcuno che ti ascolti, che ti dia un po’ di forza, chiunque esso sia.
Pochi mesi fa hai calcato il palco del teatro Ariston: cosa ti porti dietro dell’esperienza di Sanremo Giovani 2021?
Sanremo Giovani mi ha regalato un’emozione fortissima, provata poche volte nella mia vita. Quando mi sono esibita è stato pazzesco, l’impatto è stato intenso. Inoltre, ho conosciuto un sacco di persone carine, come Matteo Romano e Yuman. Ci siamo supportati a vicenda e abbiamo condiviso tempo e risate. Indubbiamente mi avrebbe fatto molto piacere passare allo step successivo, ma sono comunque felice: i risultati sono arrivati.
Ti rivedremo in gara a Sanremo 2023, magari tra i big?
Mi piacerebbe molto… Ovviamente dovrà esserci l’opportunità, dovrà esserci il pezzo adatto. Se vari fattori combaceranno, ci proverò sicuramente. Tentare non nuoce.
Oggi, 25 marzo, esce il tuo primo album, “Cara me”: quali obiettivi lo permeano e qual è il messaggio che vuoi trasmettere al pubblico?
“Cara me” è stato più di un parto: parliamo di tre anni di lavoro. Una finestra temporale giustificata in parte dal Coronavirus e in parte dalle idee improvvise per un nuovo pezzo da inserire nell’album, che inevitabilmente ne procrastinano l’uscita. Sono molto contenta e soddisfatta del mio operato: sono dieci singoli completamente basati sulle mie storie, sulle mie esperienze, sulla mia vita, e racchiude tutte le persone che ne fanno e ne hanno fatto parte. La mia speranza è quella di fare capire alle persone che ascoltano questi testi che il tempo passa, le cose accadono (oppure no), però c’è sempre un motivo di svolta, per il quale andare avanti. Tutto è molto momentaneo, insomma: non c’è nulla che possa durare così tanto al punto da restare irrisolto.
Concludiamo con qualche curiosità: oltre a cantare, sei una poliedrica strumentista…
Sì, in effetti ho iniziato la mia carriera proprio suonando. Sono partita dal flauto dolce alle elementari, come spiegavo prima, poi mi sono innamorata del flauto traverso e ho avviato un percorso orchestrale, iscrivendomi al conservatorio. Non mi precludo nessuna opzione per il futuro, ma credo di avere già delineato il cammino da seguire, che è quello del canto. Detto questo, sono convinta del fatto che sapere suonare uno strumento sia fondamentale: se non avessi questa capacità, non saprei leggere uno spartito, non saprei solfeggiare… Suonando ho acquisito nozioni che adesso mi sono tornate molto utili, insieme al mio orecchio assoluto.
Quali sono gli idoli musicali di riferimento di Martina Beltrami? Ce n’è uno in particolare che ne ha influenzato la crescita artistica?
Faccio due nomi: Elisa e Adele. Sono i miei riferimenti più grandi in assoluto. Ho ascoltato tanto la loro musica: non dico che mi abbiano influenzato, però il loro mondo e il loro modo di esprimere le emozioni mi hanno conquistato. Non mi permetterei mai di allestire un paragone tra me e loro, però sicuramente mi hanno dato un orientamento. Elisa, poi, si è adattata a tutti i cambiamenti senza mai sfociare in derive che potessero portare a perdere la sua identità. Duettare con lei sarebbe un sogno.
E l’amore? C’è qualcuno nella tua vita attualmente che ti completa?
Nella mia vita al momento c’è qualcuno che mi completa, che mi fa sentire bene. Era da un po’ che non provavo questa sensazione. Si tratta di una persona arrivata nella mia esistenza completamente a caso, in maniera molto inaspettata, e che mi ha dato uno schiaffo, una svegliata. Mi ha fatto cambiare il punto di vista su molte cose, anche sull’amore. È stato un vero terremoto e ci frequentiamo da un po’ di tempo. Quanto? Né troppo, né troppo poco… Però, rappresenta una motivazione ulteriore anche sul lavoro: se il pensiero di una persona a cui stai vicino riesce a inserirsi in ciò che ami più fare, allora significa che è una cosa grande.
Cosa ti aspetti dal futuro?
Spero e mi auguro che “Cara me” possa piacere e che la mia musica possa arrivare al maggior numero di persone possibili. Questo è quello di cui vivo e di cui vorrei continuare a vivere e sogno di poter raggiungere ancora tanti bei traguardi.
(Alessandro Nidi)