Massimiliano Allegri ha perso ricorso in Cassazione contro l'assoluzione dell'ex compagna Claudia Ughi: niente risarcimento. "Finito calvario", commenta lei
Sconfitta in Cassazione per Massimiliano Allegri: il ricorso contro l’ex compagna Claudia Ughi nella vicenda relativa all’assegno di mantenimento che le corrispondeva è stato respinto dalla Suprema Corte. La donna era stata accusata dall’ex allenatore di Milan e Juventus di appropriazione indebita e violazione degli obblighi familiari, ma per la giustizia italiana è innocente, infatti è stata assolta nei primi due gradi di giudizio ed è arrivata anche la conferma della Cassazione, che chiude la vicenda, rendendo definitiva l’assoluzione.
Pertanto, Claudia Ughi non è tenuta a dare 200mila euro di risarcimento all’ex compagno e può tirare un sospiro di sollievo dopo quattro anni di processo penale, prima del quale c’era stata una causa civile. Non a caso Ughi ha parlato di “un calvario” durato quasi 8 anni, durante i quali ha dovuto anche affrontare le “tensioni create dalle pretese” di Allegri. La donna, nelle dichiarazioni raccolte da La Stampa, ha ribadito il legame con i suoi figli, che assicura di aver trattato sempre allo stesso modo, senza fare preferenze.
LA BATTAGLIA LEGALE TRA MASSIMILIANO ALLEGRI E L’EX COMPAGNA CLAUDIA UGHI
Claudia Ughi, che di professione fa la psicologa, era stata denunciata da Massimiliano Allegri nel 2021, perché l’allenatore sostiene che abbia usato i soldi ricevuti per il mantenimento del figlio avuto con lui anche per mantenere la figlia, nata da un’altra relazione. Ad esempio, sosteneva che l’ex avesse usato quei soldi anche per il pagamento delle rette universitarie della primogenita e per investimenti.
Allegri aveva anche provato a ottenere la riduzione dell’importo del mantenimento da pagare per il figlio, ma le sue richieste sono state sempre respinte, quindi decise di querelare l’ex compagna. Così è cominciata la battaglia legale, che secondo l’avvocato Paolo Davico Bonino, legale di Claudia Ughi, è partita da “una denuncia penale tanto azzardata, quanto dolorosa, nei riguardi della madre di un minore“.
La vicenda è chiusa sul fronte penale come su quello civilistico, con i giudici che hanno sancito, secondo quanto rimarcato da Bonino, “l’insussistenza completa e assoluta dei fatti originariamente ascritti” alla sua assistita.