Il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, è stato in collegamento stamane con il programma di Rai Uno, Storie Italiane. Il collega giornalista ha avuto il coronavirus nonostante fosse in perfetta forma fisica: “Sto bene, molto bene – le parole di Massimo Giannini colloquiando con Eleonora Daniele – posso dire di essere uscito dal tunnel da due settimane, ho fatto un controllo, un checkup, completo, i polmoni sono ancora graffiati dal virus ma la loro funzionalità è a posto”.
“Ora avrò un ulteriore controllo fra tre mesi ma le cose vanno bene, ho ripreso anche una blanda attività sportiva. Questo va ricordato – ha proseguito – a quelli che dicono che si tratta di un virus che colpisce solo i vecchi: io stavo benissimo, facevo attività sportiva, e invece sono stati colpito in maniera acuta e come me migliaia di giovani, bisogna saperlo”.
MASSIMO GIANNINI: “SULL’OBBLIGO VACCINO FAVOREVOLE A POSIZIONE DI SILERI”
Sul vaccino anti-covid Massimo Giannini ha spiegato: “Non sono scienziato ne medico, non ho titolo per parlare di cose complicate, quello che spero è che quando è stato stilato un ordine di priorità delle vaccinazioni si sia tenuto conto dei vari casi, e allo stato attuale mi sembra che l’ordine delle priorità sia corretto, anche se vedo un grosso problema sull’obbligatorietà soprattutto per quanto riguarda il personale medico. Ho parlato con il ministro Speranza domenica e lui diceva correttamente che è meglio non fissare un obbligo perchè questo spaccherebbe in due il paese, fra Pro vax e No vax, ma quando tra il personale medico c’è una quota di scettici molto diffusa allora capisco l’approccio più energico del vice ministro Sileri che dice di partire con la volontarietà, poi se ad aprile le cose non dovessero cambiare, bisognerà inserire l’obbligo. Non possiamo permetterci tanto scetticismo in giro, noi dobbiamo raggiungere l’immunità di gregge in tempi rapidi ma su queste basi la campagna rischia di fallire”.