Massimo Troisi: dalla malattia al trapianto di cuore consigliato dai medici
Massimo Troisi è considerato uno dei maestri del cinema italiano. Erede della grande tradizione del teatro e del cinema napoletano, con la sua ironia e il suo talento, ha fatto conoscere al mondo una napoletanità diversa. Nato a San Giorgio a Cremano il 19 febbraio 1953, in una famiglia numerosa composta da cinque figli – due maschi (Massimo e Vincenzo) e tre femmine (Annamaria, Rosaria e Patrizia) – mamma Elena e papà Alfredo, ferroviere, Massimo Troisi, è affetto sin dall’infanzia da gravi problemi cardiaci causati da febbri reumatiche.
Tutta la sua vita è così segnata dalla malattia. Quando era solo un ragazzo viene sottoposto ad un delicato intervento al cuore che tampona la situazione e lo aiuta a condurre una vita normale. Troisi, così, si dedica alla sua passione, il teatro, realizzando i suoi sogni professionali. Dietro la gioia del successo, però, c’è sempre la preoccupazione per la malattia con cui convive da sempre.
Massimo Troisi: dall’operazione al cuore alla morte
I problemi di salute non hanno mai fermato Massimo Troisi che non ha mai usato la malattia come scusante. Nel 1993, decide di sottoporsi un nuovo intervento negli Stati Uniti sperando di poter risolvere definitivamente i suoi problemi. Tuttavia, l’intervento non produce gli effetti sperati. Nonostante i continui problemi di salute, Troisi decide di lavorare alla realizzazione del film “Il postino” rimandando, così, il trapianto al cuore, consigliato dai medici e che, probabilmente, gli avrebbe salvato la vita. Durante le riprese, le condizioni di salute peggiorano giorno dopo giorno al punto da farsi aiutare da una controfigura, Gerardo Ferrara, in alcune scene faticose come riporta il portale “Storie di Napoli”.

Il giorno successivo alla fine delle riprese, Troisi muore: era il 4 giugno 1994 quando l’attore si spense nel sonno per un attacco cardiaco. Successivamente, Michael Radford in “Massimo Troisi: the postman who always delivered”, raccontò: “Quando avevo finito di girare, mi disse che il giorno seguente aveva un appuntamento all’ospedale Harefield per un cuore nuovo. Poi mi disse: “Lo sai, non voglio veramente questo cuore nuovo. Sai perché? Perché il cuore è il centro dell’emozioni e un attore è un uomo di emozioni. Chi sa che tipo di attore sarò con il cuore di qualcun altro che batte dentro di me”