È riuscito a sopravvivere per una settimana senza acqua né cibo sul versante settentrionale del Monte Matajur. Rimasto bloccato dalle rocce a strapiombo, senza alcun appiglio, l’escursionista Gianpaolo Baggio deve però la sua vita anche alla caparbietà con cui il personale dei vigili del fuoco e del soccorso alpino lo hanno cercato, anche quando razionalmente si riteneva che non ci fosse più nulla da fare. Per una settimana, infatti, elicotteri e droni avevano sorvolato l’area di circa un chilometro quadrato senza esito, ma nella convinzione che il 31enne ingegnere di Torreano di Cividale fosse lì. Amadio Pittoni, caposquadra dei vigili del fuoco e responsabile delle operazioni di soccorso, ha ignorato i consigli di chi lo invitava a mollare, perché l’escursionista non poteva essere ancora vivo. Lui ha avuto ragione, come ricostruito da Il Gazzettino.
Venerdì pomeriggio si è scatenato un temporale dopo giorni di sole cocente che ha reso la vegetazione lucida. Così l’elicottero Drago 139 dei vigili del fuoco è riuscito a vedere un puntino blu, il caschetto del ragazzo. Anche se i soccorritori a piedi erano a meno di 100 metri da lui, non avrebbero potuto vederlo, né lui poteva farsi notare o sentire. L’escursionista Gianpaolo Baggio scivolato, scendendo lungo la ferrata, facendo un paio di balzo che miracolosamente non gli hanno provocato fratture o ferite gravi, anche grazie a quel caschetto da alpinista con cui poi lo hanno riconosciuto. Il problema è che si è infilato in un impluvio, un canale che si restringe e in cui scivolano sassi, legname e fronde, restando bloccato lì.
LA SVOLTA NELLE RICERCHE
Ma quell’impluvio è stato comunque la fortuna dell’escursionista Gianpaolo Baggio, perché “l’acqua piovana ha formato una pozzanghera. Ha bevuto acqua e fango, ma si è salvato“. Ne ha parlato lo stesso Amadio Pittoni a Il Gazzettino, spiegando di non aver mai mollato anche perché i familiari del ragazzo gli avevano detto che era forte e allenato, esperto della montagna, quindi sapeva come affrontare un’emergenza. Ma non è stato affatto facile. “Era svenuto. Mi ha raccontato che ha ‘dormito molto’, in continuazione. In realtà perdeva i sensi a causa della disidratazione. Sentiva gli elicotteri, ma non aveva la forza di farsi vedere né ovviamente sentire“, ha aggiunto il caposquadra dei vigili del fuoco. Quando è iniziato il temporale, ha fatto rientrare i soccorritori perché la situazione era rischiosa, ma le ricerche non erano affatto concluse. Infatti, grazie all’acqua lo hanno trovato. “Mi ha abbracciato forte, gli abbiamo dato un po’ d’acqua, a piccoli sorsi perché in quelle condizioni bisogna stare attenti, un po’ di cioccolata e delle proteine, poi l’abbiamo spedito in ospedale per controlli può approfonditi. Era stanco e confuso, ma stava bene“, ha proseguito Pittoni. Placata l’adrenalina, il sindaco e il maresciallo di Pulfero hanno contattato i genitori dell’escursionista. “Quando hanno risposto, si capiva dal tono che temevano brutte notizie: ma le urla subito dopo erano di felicità, stavolta“.
IL RACCONTO DELL’ESCURSIONISTA
Dal pronto soccorso dell’ospedale di Udine ha poi parlato l’escursionista Gianpaolo Baggio, che ha voluto ringraziare i soccorritori impegnati nelle ricerche. “Non avevo mai disperato che sarebbero riusciti a trovarmi“, ha detto a Tgr Friuli Venezia Giulia. Il 31enne ha raccontato di essere stato in penombra, senza cellulare perché nella caduta aveva perso lo zainetto col telefono. “Comunque non c’era molto sole nel posto in cui ero, ho avuto la fortuna di avere un rigagnolo d’acqua nelle vicinanze, anche se l’acqua era un po’ sporca mi sono abbeverato con quella“. Inoltre, l’escursionista ha svelato di essersi ricordato di un’altra persona dispersa che si era coperta con le foglie secche. “Mi sono ricordato di quella cosa e funziona, tengono riscaldato il corpo“. All’ospedale è arrivato disidratato, con qualche escoriazione. “Per quanto riguarda l’alimentazione si può arrivare anche fino a un mese, non è un problema, ma l’idratazione si che è un problema, una settimana senza bere avrebbe provocato un danno“, ha affermato il direttore Mario Calci.