A 10 anni dalla tragedia del Canale di Sicilia, dove persero la vita centinaia di immigrati, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una dichiarazione, resa pubblica attraverso il sito ufficiale del Quirinale. Il capo dello stato, tornato a casa dopo l’operazione chirurgica al cuore degli scorsi giorni, ha ricordato appunto il decimo anniversario di quel tragico giorno, parlando di una “immane tragedia”, considerandola fra le “più terribili” di sempre nel nostro mare Mediterraneo, in cui fra le vittime vi furono purtroppo anche decine di bambini, un ulteriore dolore nel dolore.
Ad aumentare la tristezza nel nostro cuore, il fatto che a bordo di quella maledetta carretta del mare vi fossero persone in fuga dai propri Paesi di nascita per cercare una vita migliore, fuggendo quindi dalla miseria, ma anche e soprattutto da persecuzioni e da guerre, persone che sono purtroppo finite in maniera ad “organizzazioni criminali”, ricorda ancora Matterella, che gli hanno promesso un futuro migliore (a suon di svariati denari), ma che alla fine li hanno solamente e “crudelmente abbandonati” nel pericolo, lasciandoli morire.
MATTARELLA SUI FLUSSI MIGRATORI: “NEL 2015 MOLTE PERSONE RIMASERO SENZA NOME…”
Il capo di stato ha quindi voluto omaggiare, attraverso la repubblica italiana, quelle tante donne e quei tanti uomini, la cui identità ancora oggi è sconosciuta, rimasti “senza nome”, ma è impossibile “voltare le spalle” nonché “restare indifferenti”, non si può smarrire quel “sentimento di umanità” che è assolutamente radicato “nei nostri valori”. Mattarella ha sfruttato l’occasione per rinnovare l’apprezzamento verso le azioni di soccorso delle nostre navi, che ogni giorno cercano di salvare le vite in condizioni estreme.
Nel contempo il presidente della Repubblica ha ricordato come sia necessario “governare” i movimenti migranti, e l’Unione Europea deve fare il massimo in tal senso, esprimendo tutto l’impegno necessario in questo campo contrastando illegalità e la criminalità, in favore di “canali e modalità di immigrazione legali”.
MATTARELLA SUI FLUSSI MIGRATORI: COSA AVVENNE NEL CANALE DI SICILIA
Durante la tragedia del Mediterraneo, nel Canale di Sicilia, morirono più di 1.000 persone, tutte a bordo di un peschereccio che ovviamente non poteva trasportare tutte quelle persone, e che si rovesciò inesorabilmente (un destino segnato fin dall’inizio), nella notte fra il 18 e il 19 aprile di dieci anni. La carretta aveva con se centinaia di persone provenienti in particolare dall’Africa occidentale e si ribaltò a circa 180 chilometri da Lampedusa. Alla fine sopravvissero soltanto in 28, mentre un migliaio trovò una morte atroce, affogati perchè stipati nelle stive interne, sovraffollate.
Quell’evento ebbe un’eco mediatica senza precedenti, considerato una delle tragedie più gravi del Mediterraneo del 21esimo secolo. Alla fine moltissime persone risultano ancora oggi disperse, mentre a molte altre non si è riusciti a dare un nome. Fra le tante vittime anche un bimbo che colpì particolarmente l’opinione pubblica, in quanto rinvenuto con la pagella scolastica cucita sulla propria giacchetta, probabilmente per portarla con se e non perderla.