La diretta di questa sera del programma ‘Storie di sera‘ – in onda nella seconda serata di Rai 1 con Eleonora Daniele – tornerà ad occuparsi della vicenda di Paolo Calissano soffermandosi in particolare sulla figura del suo ex amministratore di sostegno Matteo Minna recentemente rinviato a giudizio con accuse – ci torneremo – che se fossero confermate sarebbero gravissime: in studio per ricordare l’attore diventato famoso grazie alla presenza in numerose soap ci sarà il fratello Roberto; mentre i sevizi e le indagini condotte dai giornalisti di Eleonora Daniele verteranno proprio attorno alle responsabilità di Matteo Minna.
Al di là dell’ovvia domanda ‘chi è Matteo Minna’ che molti si staranno ponendo e che – purtroppo – non ha particolari risposte se guardiamo alla sua vita privata e carriera, qui è interessante soffermarci sulle accuse mosse a suo carico: per farlo occorre partire dal principio, ricordando che fu affidato all’attore Paolo Calissano subito dopo la morte della ballerina Ana Lucia Bandeira Bezzerra per un infarto causato dall’assunzione di cocaina; subentrando nel delicato periodo della sua vita in cui venne tagliato fuori dal circoletto televisivo cadendo un grave stato di difficoltà e depressione.
Chi è Matteo Minna: di cosa è accusato l’ex amministratore di sostegno dell’attore Paolo Calissano
Matteo Minna rimase – apparentemente senza grossi problemi – al fianco di Paolo Calissano fino alla sua morte avvenuta nel 2021 in seguito all’assunzione volontaria di un mix letale e pesantissimo di antidepressivi al culmine della sua fragilità mentale: fu proprio in quel momento che il fratello dell’attore – il già citato Roberto – mise mano ai suoi conti scoprendo che c’erano alcune incongruenze che non riuscì a spiegarsi e delle quali Paolo non gli aveva mai parlato.
Sono partite praticamente subito delle indagini e alla fine la Procura ha creato un fascicolo piuttosto ampio a carico di Matteo Minna accusato di peculato aggravato, circonvenzione di incapace, falsità ideologica e falsa perizia: secondo l’ipotesi degli inquirenti – e ricordiamo che ad oggi Minna è solamente stato rinviato a giudizio, con la prima udienza fissata a luglio – approfittando della fragilità dell’assistito avrebbe indebitamente messo le mani su 500mila euro tramite una serie di prelievi falsamente giustificati con fatture per prestazioni mai elargite; mentre oltre a Calissano anche altri quattro soggetti sarebbero stati raggirati nel medesimo modo per un totale di 800mila euro indebitamente sottratti.