Ieri sera Matteo Salvini nello studio di Porta a Porta ha commentato le sfide di politiche interna ed estera tra il Ponte sullo Stretto, il riarmo e la pace
Nella serata di ieri, il leader della Lega – nonché ovviamente ministro dei Trasporti e vicepremier – Matteo Salvini è stato ospitato nello studio della trasmissione Porta a Porta da Bruno Vespa, con il quale ha parlato a lungo delle più importanti questioni di politica interna – partendo dal Ponte sullo Stretto ed arrivando fino alla pace fiscale – e di politica estera, tra l’Ucraina e il riarmo europeo fortemente voluto da Ursula von der Leyen e del quale la Lega è tra i più grandi antagonisti; il tutto, però, a partire proprio dal Ponte sullo Stretto, del quale Matteo Salvini è il grande promotore.
“È un secolo – parte dal ricordare Matteo Salvini – che i siciliani e i calabresi si sentono dire che ce la stiamo facendo”, sostenendo che sia “una soddisfazione” poter mettere lui la parola fine grazie “a tutti i controlli ingegneristici, geologici ed ambientali” che hanno ottenuto il via libera: il prossimo passo sarà quello di “inviare alle istituzioni europee” la notifica dell’avvio dei lavori, poi ci sarà “l’approvazione del progetto definitivo aggiornato con il lavoro di centinaia” di esperti e, infine, “a luglio si parte con la precantierizzazione“, che includerà anche gli espropri; mentre per la realizzazione – precisa ancora Matteo Salvini – “serviranno 7 anni e nel 2032 il ponte sarà percorribile“.
Matteo Salvini: “Sul terzo mandato non c’è nessuno scontro nella maggioranza, se non si fa andremo avanti comunque”
Dal Ponte alle sfide della politica interna, il passo per Matteo Salvini è stato piuttosto breve, con il focus immediatamente posto sul dibattito sul terzo mandato, con il leader del Carroccio che si è limitato a dire che la proposta serve solamente per “permettere ai cittadini di scegliere un bravo sindaco o amministratore locale anche per la terza, la quarta e la dodicesima volta”, esattamente come avviene per “i parlamentari” che non hanno nessun limite di mandati: la proposta c’è, ma in ogni caso – precisa ancora Matteo Salvini – se “la maggioranza non mi darà ragione, amen e dopo due mandati anche se uno è bravo lo mandiamo a casa”.
Insomma, nessuno scontro nella maggioranza per la questione del terzo mandato e, messo in chiaro questo aspetto, l’intervento di Matteo Salvini si è concentrato sul tema della pace fiscale tanto cara alla Lega, spiegando che l’idea è quella di recuperare quelle pendenze da chi “ha fatto la dichiarazione dei redditi [e] in buona fede non è riuscito a pagare tutto quello che avrebbe dovuto”: nessun favore, ovviamente, ai grandi evasori “che hanno debiti da milioni di euro”, con il governo che “incassa quello che riesce e il cittadino che può tornare a vivere non da fantasma”; tutto continuando a “combattere l’elusione e l’evasione“.
Salvini contro il riarmo UE: “Assurdo fare debito per le armi se non posso farlo per gli ospedali e le pensioni”
Infine, il grosso tema trattato da Matteo Salvini nello studio di Bruno Vespa è quello della politica estera, partendo dalla guerra in Ucraina con la precisazione che “nessuno vincerà la guerra sul campo” per arrivare all’auspicio che i “dialoghi di pace in Vaticano facciano il loro corso”, accompagnato anche da quello che “tutti lavoriamo nella stessa direzione”: secondo Matteo Salvini, infatti, è preoccupante che “qualcuno a Parigi o Bruxelles continui con le minacce del nucleare o dell’esercito europeo, del debito comune per comprare missili e carri armati e per mandare i soldati in Ucraina”.
Il punto, insomma, per Matteo Salvini è che sia certamente utile “investire per la sicurezza degli italiani in Italia assumendo carabinieri, comprando mezzi, spendendo in sistemi di difesa, videocamere, bodycam e per la difesa dei confini”, ma non lo è l’idea alla base del riarmo UE – della quale lo stesso Matteo Salvini come “ministro e cittadino italiano” si dice “assolutamente contrario” – di “fare debito italiano per comprare armi in Europa o inventarsi eserciti e riarmi europei” che fanno bene solamente “alle fabbriche di armi tedesche o francesi“.
Sul tema, peraltro, Matteo Salvini ha anche ricordato che l’UE “ci dice da dieci anni che non possiamo spendere per aumentare le pensioni e costruire scuole e ospedali perché le regole europee fissano un tetto di spesa, ma ora magicamente questi limiti non ci sarebbero solo per comprare armi“: a suo avviso una completa assurdità che nulla apporterebbe “alla sicurezza italiana“, creando solamente “del debito che pagheranno i nostri figli” per il beneficio delle imprese europee.