La casta, gli arresti, le immunità e in generale il rapporto tra politica e giustizia: non è certo la prima volta che Massimo Giletti si avventura in giudizi e attacchi ai politici italiani per il grado di “difesa della casta” che spesse volte hanno dimostrato in questi lunghi anni pre e post Mani Pulite. Eppure questa volta c’è un garantista in più – Mattia Feltri – che gli risponde a tono e partendo dal caso del deputato di Forza Italia Sozzani, di gran lunga lontano dalle idee politiche del figlio di Vittorio Feltri. In settimana la Camera ha votato per il via libera all’arresto preventivo del deputato in merito ad una accusa di finanziamento illecito per un pagamento da 10mila euro ricevuto durante l’ultima campagna elettorale: la bagarre è scoppiata quando nonostante l’indicazione di partito giunta a Pd, M5s e Sinistre di votare per l’arresto domiciliare almeno 46 franchi tiratori hanno votato assieme al Centrodestra, facendo infuriare Di Maio e Zingaretti. Molti deputati renziani e qualche altro del Pd hanno scelto in propria coscienza di rispondere col garantismo al via libera “manettaro” voluto da M5s e maggioranza del Centrosinistra e da qui è sorta l’indignazione di Giletti durante Non è l’Arena «è l’ultima manifestazione di prepotenza della casta in faccia a chi invece in prigione ci va». Ebbene, il giudizio di Feltrino è tanto chiaro quanto schietto: «Caro Massimo Giletti […] le rivolgo un invito: queste bambinate le lasci a quel senza sugo di Di Maio».
MATTIA FELTRI STRAPAZZA MASSIMO GILETTI: “IL VERO SCHIFO È…”
Il pensiero di Mattia Feltri è efficacemente “garantista” nel senso più pieno e acuto del termine: non intende schierarsi dalla parte di Sozzani perché pende dalla sua parte politica, fa valere invece il criterio che oggi vale per il deputato di Forza Italia e domani potrebbe valere per quello di M5s, Pd, Renzi, Lega o Fratelli d’Italia. È un criterio razionale e umano: «poco rimasto dell’immunità non è a difesa della casta ma della democrazia, come vollero i costituenti, poiché un eletto rappresenta la volontà di migliaia di elettori che potrebbero essere privati degli effetti del suffragio per ragioni politiche o esorbitanti. Son cose da imparare dopo due lezioni di educazione civica, però, e non mi sfugge che né lei né io né alcuno dei parlamentari chiamati a pronunciarsi sappiamo se nell’inchiesta a carico di Sozzani ci siano elementi persecutori, visto che a nessuno interessa altro se non la mossetta tattica e il meschino tornaconto d’ immagine», scrive ancora Feltri sul Buongiorno di oggi de La Stampa. Per il figlio di Vittorio – che forse solo su questo punto la pensano davvero uguale – «io preferisco sempre un’ immunità accordata a una negata, siccome lo schifo non è che un onorevole sia sfuggito al carcere o ai domiciliari, ma gli oltre ventimila detenuti in attesa di giudizio, più di un terzo del totale. Lo sa che nessun Paese europeo ha tanti detenuti in attesa di giudizio?». Con un ultimo “strapazzo” a Massimo Giletti, il Feltri jr conclude il brillante pezzo «lo sa che metà di loro, secondo statistica, sarà assolto? In questo momento ci sono diecimila innocenti in galera, e lo schifo, caro Giletti, non è che i parlamentari non si arrestino fra di loro, ma che non facciano nulla per quegli innocenti. E non lo fanno perché sarebbe impopolare e perché hanno paura dei magistrati: eccolo lo schifo».