Quest’anno, per la Maturità 2019, il ministero ha deciso di ampliare le seconde prove dell’esame di Stato mescolando due discipline, anche in considerazione del fatto che l’eliminazione della terza prova aveva ridotto il numero di discipline verificabili nelle prove scritte. Così nei diversi istituti superiori sono state accorpate due discipline, ovviamente con modalità diverse e con diverse presenze di docenti implicati nella correzione.
Non sempre l’accorpamento è stato ben applicato, e in vari casi si è trattato di una giustapposizione, con la possibilità per gli studenti di scegliere fra quesiti aggirando la materia meno gradita. Al classico l’accorpamento è stato più facile, sia per la parentela fra le due materie di latino e greco, sia perché ormai da vari anni la proposta di modificare la prova scritta secondo diverse modalità era discussa, sostenuta od osteggiata, diffusa comunque in molti ambiti. Crediamo anzi che proprio dalla seconda prova del classico derivi la decisione di raddoppiare le discipline anche nelle altre scuole.
Certamente gli studenti avranno avuto la possibilità nel corso dell’anno di conoscere e sperimentare la nuova modalità di prova. Il ministero ha fatto pervenire delle simulazioni e in molte scuole ne sono state fatte altre seguendo il modello. Anche la griglia di valutazione, almeno nella forma-base, è data dal ministero.
I consigli che forniamo sono delle semplici aggiunte a corroborare quanto ogni docente avrà indicato alle classi in corso d’anno, soprattutto tenendo conto del fatto che la prova sarà valutata dagli interni.
Anzitutto la struttura: un testo di autore latino di prosa, piuttosto breve (10-12 righe), preceduto da una contestualizzazione e seguito, in traduzione, da qualche riga immediatamente successiva al brano dato.
Vi è poi un testo di autore greco con traduzione, di argomento affine.
Per concludere 3 domande sulla forma, lo stile, l’argomento trattato ed eventuali ampliamenti culturali.
La griglia ministeriale assegna 16 punti alla versione del testo latino, secondo l’usuale distinzione fra comprensione, correttezza morfosintattica, buona resa italiana. 4 punti invece alle domande, s’intende come punteggio globale.
Consideriamo per prima cosa il tempo. Le ore sono sei, un tempo notevole rispetto alle quattro tradizionali e alle due delle versioni scolastiche. C’è la possibilità di riflettere con calma sul testo latino, cercarne il senso generale, provare ad orientarsi nell’analisi, anche prima di aprire il dizionario. L’aiuto ministeriale (contesto, aggiunta finale) dovrebbe favorire questo lavoro preliminare: va usato con qualche prudenza, perché non sempre le indicazioni sono precise, si è visto in qualche caso e lo si vede spesso nelle indicazioni della prima prova. È comunque evidente che la scelta del testo è stata pensata in vista del suo contenuto e della problematica che esprime: quindi fin dall’inizio della riflessione è bene cercare le parole-chiave e lo sviluppo del pensiero, per comprendere dove l’autore (e il ministero) vuole indirizzare.
Nel proseguire il lavoro è bene fare attenzione a possibili sviste grammaticali: tempo, modo, persona dei verbi; sostantivi singolari o plurali; esatta tipologia dei pronomi, gradi degli aggettivi…Tutti aspetti della lingua che a volte sfuggono per disattenzione, o in qualche caso per possibili lacune di ritorno (penso soprattutto ai pronomi, la parte del discorso più ignorata in ogni lingua). Anche la sintassi del periodo richiede molta attenzione, specie per le subordinate più elusive, quali le completive e le relative.
La resa italiana è oggetto di valutazione, quindi è bene che non sia sciatta o addirittura scorretta; attenzione in particolare al lessico, soprattutto se il testo è teorico o filosofico, perché un errore lessicale può compromettere il senso più di un errore morfosintattico.
Il lavoro indicato finora potrebbe richiedere meno di quattro ore, data la maggiore brevità del testo rispetto a quelli usuali. È bene però lasciarsi del tempo per rileggere, sia controllando ogni parola sia osservando se il senso generale è quello atteso.
A questo punto un errore comprensibile nell’affronto del brano di greco è quello di gettarsi sulla traduzione, o addirittura prescindere dall’originale. Poiché il tempo rimasto è sufficiente, conviene leggere l’originale con molta attenzione, anche aiutandosi con la traduzione ma cercando di individuare le parole fondamentali e lo stile dell’autore: le traduzioni infatti rischiano di falsare sia le une sia l’altro. Bisogna considerare che le domande sono impostate su un confronto fra i due testi e che sono i due testi a dover essere tenuti presenti.
Infine appunto le domande: sembrano meno importanti, ma 4 punti sul totale non sono pochi, soprattutto per chi desidera un voto alto d’esame. Bisogna cercare di usare tutte le conoscenze che si possiedono, sulle due lingue, i due stili, i due autori, la problematica, ogni altro testo noto su quel tema. Se l’autore è poco o per nulla conosciuto, cosa possibile per il brano di greco, a maggior ragione importa aver osservato il testo e richiamato alla mente ogni altro riferimento affine. In genere anche andare un po’ fuori tema può essere accettato con benevolenza.